SVILUPPI ECONOMINCI DEL PERSONALE ALL’INTERNO DELLE AREE SOLO PER 1/3 DEI LAVORATORI DEI BENI CULTURALI
Non è bastata la manovra economica di “lacrime e sangue” e l’accanimento del governo Berlusconi nei confronti del settore del P.I. e dei suoi lavoratori, si preannunciano ulteriori misure da “macelleria sociale”.
Il giorno 14 novembre 2011, presso il Ministero per i beni e le attività culturali, l’Amministrazione ed alcune OO.SS. hanno sottoscritto un accordo concernente gli sviluppi economici solo per un numero ristretto di lavoratori.
Sono circa 13 milioni di euro i fondi residui del Fua 2010 che l’Amministrazione e le OO.SS., ad esclusione dell’USB, hanno impegnato per un accordo discriminatorio e corporativo che penalizza ulteriormente “l’economia familiare” del rimanente 2/3 del personale del nostro Ministero.
Non hanno voluto distribuire la somma agli istituti centrale e periferici del Ministero per essere utilizzata, attraverso accordi locali, per far crescere più possibile le retribuzioni di ogni lavoratore, come riconoscimento dell’aumento dei carichi di lavoro, della produttività collettiva e della valorizzazione delle competenze professionali.
Lo scopo della nostra O.S. era quello di portare i 13 milioni di euro, salario certo, nelle tasche di tutti i lavoratori, soldi degli stessi lavoratori.
L’USBMBAC nella stessa giornata ha annullato, ancora una volta, il tentativo da parte dell’Amministrazione di applicare il d.lgs.150/2009, riforma Brunetta. Abbiamo ricordato all’Amministrazione che numerose sentenze su tutto il territorio nazionale hanno condannato quelle Amministrazioni che avevano applicato il decreto Brunetta, prima di essere recepito dai CCNL.
L’USBMBAC non ha sottoscritto l’accordo sul superamento del numero dei turni festivi annui, da un 1/3 alla metà, perché ritiene che l’apertura in tutti i giorni festivi dei musei, gallerie, monumenti, biblioteche, archivi e siti archeologici può essere garantita solo attraverso una vera politica occupazionale nel nostro Ministero e non solo.
USBMBAC