L’iniziativa dei lavoratori portuali a livello nazionale si è distinta a partire dagli scioperi di quest’estate per un intervento preciso in merito al salario, ai diritti ed alla sicurezza nei porti italiani, negli interporti e nella logistica.
Durante tutta la pandemia il lavoro portuale non si è fermato ed in svariati porti oggi emerge con chiarezza che nonostante il COVID-19 siano aumentati gli utili per le imprese in un quadro in cui il sostegno economico derivante dal “DL Rilancio” approvato dal Governo Conte 2 è servito alle imprese private ad aumentarsi i profitti, mentre con la scusa della pandemia nulla è arrivato ai lavoratori, messi a tacere dallo spauracchio degli esuberi.
A partire dalla piattaforma rivendicativa lanciata quest’estate dall’assemblea nazionale di Genova, la nostra organizzazione vuole rimettere al centro il contrasto allo strapotere degli armatori e dei terminalisti, ribadendo la centralità dell’intervento pubblico nei porti con l’esigenza di mettere mano alla giungla contrattuale che sta permettendo alle aziende di applicare norme via via sempre più peggiorative anche a parità di condizione di lavoro, anche attraverso l’utilizzo di un numero sempre più alto di lavoratori precari assunti dalle agenzie interinali e che diventano anche un pesante strumento di concorrenza tra lavoratori.
In alcuni porti d’Italia le condizioni lavorative e di sicurezza sono divenute inaccettabili, con carichi di lavoro sempre in aumento, la richiesta di un numero altissimo di straordinari ed un’aumentata flessibilità che pregiudica pesantemente anche il sistema degli avviamenti dei lavoratori, costretti ad avere l’esistenza completamente in subordine al lavoro.
Il tutto perché è divenuto ormai chiaro il sistema di concorrenza spregiudicata, l’aumento del sistema degli appalti e di utilizzo del lavoro precario.
Vogliamo continuare la discussione aperta col Ministero dei Trasporti anche in merito all’applicazione del lavoro usurante per i lavoratori dei porti e della logistica, e affrontare il tema dei contratti nazionali, dove non vorremmo poter dire la nostra, presentando delle piattaforme costruite assieme ai lavoratori.
USB, ritiene di dover ripartire da questi temi, per riportarli al centro della discussione, dopo mesi in cui soggetti non sindacali particolarmente ambigui, hanno strumentalizzato la forza mobilitante dei lavoratori portuali su tematiche negazioniste della pandemia, fatto per noi inaccettabile.
Ripartiamo da qui, dai temi del lavoro, i diritti la salute e la sicurezza di tutti.
Trieste, sabato 18 dicembre ore 15, presso il CRAL della Stazione Marittima di Trieste, Molo Bersaglieri 3
USB Coordinamento nazionale Mare & Porti
USB Logistica