Il 1 gennaio 2010 nasce, con una norma contenuta nella legge Finanziaria, la Difesa Servizi Spa con il compito di gestire il patrimonio e le attività produttive dell’Area Industriale della Difesa.
Il 25 gennaio 2010 il primo omicidio bianco.
In una situazione come quella dell’Arsenale di Taranto, disastrata e devastata da una ristrutturazione selvaggia e dalla privatizzazione delle lavorazioni in atto da oltre dieci anni, solo l’alta professionalità e l’attenzione delle maestranze hanno impedito che ci fossero episodi luttuosi come quello verificatosi ieri.
Una situazione generale trascurata dagli organi d’informazione e dalla politica che, prima con lo smantellamento dell’Area Industriale attraverso la soppressione di enti, Arsenali e siti produttivi, e ora con la creazione della Società per Azioni, permetterà la privatizzazione di quello che resta rispondendo solo all’azionista di riferimento, il Governo, e non più al Parlamento e al Paese.
Alla condizione di sofferenza sul futuro lavorativo, si aggiunge ora anche l’insicurezza per incolumità dei lavoratori pubblici e delle ditte appaltatrici che vivono una condizione di latente illegalità.
Le vere responsabilità sono di coloro che hanno destrutturato, e continuano con accanimento a farlo, uno dei settori pubblici veramente produttivi a danno degli interessi collettivi, perseguendo speciali rendite di profitto.
Una situazione che RdB da anni denuncia e contrasta da sola contro un’Amministrazione miope, una pletora di sindacati collaborazionisti e l’assordante silenzio della politica.
Di fronte a questa situazione, la RdB sostiene i lavoratori della Difesa indicendo lo stato di agitazione e mobilitando tutte le strutture territoriali nel Paese.
Il diritto alla sicurezza sui luoghi di lavoro e il diritto al lavoro non sono merce da sacrificare sull’altare del profitto.
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Nel pomeriggio di lunedì, un addetto alla vigilanza dell'Arsenale Militare di Taranto è stato travolto da una catasta di pannelli di materiale isolante morendo sul colpo.
L’uomo stava camminando su un marciapiede adiacente ad un’area recintata quando è stato travolto da pannelli che erano stati accatastati fino a un’altezza di sette metri dal piano di calpestio nei pressi del cantiere dove sta per sorgere l’Officina Polifunzionale dell’Arsenale
La Procura della Repubblica ha sequestrato il capannone dove è successo il fatto aprendo un'inchiesta.
Nella sua dinamica, l'incidente mostra la crudeltà di un evento che poteva essere evitato, mettendo in evidenza tutta la superficialità e l'inadeguatezza delle misure di tutela della salute dei lavoratori.
La nostra struttura regionale si è attivata per presentare le doverose istanze agli organi militari di Marina e Aeronautica Militare, al fine di comprendere lo svolgimento dell'operazione di scarico e di stoccaggio del materiale.
Attraverso un percorso di mobilitazione che coinvolga i lavoratori e la cittadinanza, invitiamo tutte le rappresentanze sindacali a manifestare il diritto alla sicurezza dei luoghi di lavoro per dire basta al lavoro sporco di sangue.
Ai familiari della vittima esprimiamo tutta la nostra solidarietà e il più sentito cordoglio.