Non sono bastate le 7 ore e passa di trattativa per impedire che si consumasse un disastro senza precedenti: ad accordo praticamente raggiunto, dopo una trattativa complessa ed impervia la multinazionale Finlandese decide di non sottoscrivere l'accordo, annunciando di sentirsi libera di agire da domani come riterrà necessario. In una frase: a partire da domani, in qualunque momento, potrebbe essere avviata la procedura prevista per arrivare al licenziamento dei 300 lavoratori di Bagnoli della Rosandra.
Una scelta assurda e scellerata, incomprensibile soprattutto perché le istituzioni avevano praticamente preso in mano la vertenza per trovare una soluzione attraverso un reindustrializzatore credibile (Ansaldo) utilizzando l'accordo di programma come elemento di garanzia del piano industriale ed occupazionale.
Niente di tutto questo. I presenti al tavolo rimangono sconcertati e attoniti, la presa in giro è troppo grande e l'impegno profuso anche.
Come USB ci siamo espressi con parole estremamente dure nei confronti di una dirigenza aziendale italiana, che su ordine dalla Finlandia fa da boia dei lavoratori.
Al Governo abbiamo immediatamente chiesto di confermare gli impegni sull'accordo di programma, sostenendo che una volta in più bisogna che le istituzioni si facciano carico della vertenza e dei lavoratori.
Abbiamo inoltre auspicato, esplicitamente, una reazione furibonda dei lavoratori davanti a quella che è una vera e propria violenza.
Auspichiamo su questo la piena convergenza tra sigle sindacali su una protesta pesante che deve riprendere al più presto e che deve garantire un livello di drammatizzazione mai visto.
Sosterremo in ogni caso ogni decisione assunta dai lavoratori in assemblea. Serve una reazione durissima e Trieste si deve stringere nuovamente attorno la Wartsila.
Unione Sindacale di Base