Tensioni davanti alla sede dell'Unione Industriali di Torino quando i lavoratori delle organizzazioni sindacali di base - USB e Cobas - hanno chiesto a gran voce di essere rappresentati ( alla pari delle altre O.O.S.S.) da una propria delegazione alla trattativa con i dirigenti della Fiat. C'è stata una mediazione della questura di Torino che aveva tentato di concordare con la vigilanza Fiat l'ingresso di una nostra delegazione ma, dopo vane promesse, i sorveglianti hanno chiuso i cancelli a chiave: Fiat "discute" solo con chi è già d'accordo! Nella foga di chiudere i cancelli per non farci entrare è capitato che, nella ressa che si era creata all'ingresso, è rimasta fuori anche una parte della delegazione Fiom. A questo punto, dopo quasi un'ora di proteste, è uscito Landini, il quale ha spiegato ai giornalisti che ha deciso di abbandonare la riunione quando Fiat gli ha suggerito di rivolgersi alla polizia, se voleva che Airaudo e la parte della delgazione rimasta fuori potesse entrare. "Ormai siamo in pieno clima da anni 50" "questo è fascismo", urlavano quasi increduli gli operai rimasti fuori. Venerdì 2 e Lunedì 5 riprenderà il confronto con la Fiat e noi saremo puntualmente presenti all'ingresso della sede dell'Unione Industriali.
Nonostante tutto, nonostante le angherie che siamo costretti a subire, nonostante i mezzi di informazione ci oscurino sistematicamente, stiamo crescendo. In Piemonte, in questo ultimo anno appena trascorso, sono tre le aziende metalmeccaniche che hanno visto delegati e iscritti Fiom passare alla USB; la KME di Alessandria, la Elbi di Collegno e la MTM di Cherasco, dove un RSU/RLS e 21 iscrittI di quest'ultima azienda sono passati alla USB solo da un paio di settimane.
Certo in un momento così buio e tempestoso si tratta di un piccolo raggio di luce, ma non per questo di una cattiva novella...