Il TAR annulla il dpcm attuativo del passaggio delle funzioni Catastali ai Comuni cancellando con un colpo di spugna l’orrido mostro legislativo creato per distruggere il Catasto.
Il 22 marzo il TAR annullava il dpcm e il 23 marzo l’Agenzia del Territori, l’ANCI e il Sottosegretario all’Economia Casero si riunivano per parlare di come modificare o rifare i dpcm attuativi.
Abbiamo scritto al sottosegretario di stato per avere subito un incontro per evitare che si ricominci un dialogo a tre escludendo i lavoratori.
Noi non ci limiteremo a proclamare lo stato di agitazione e a stendere striscioni fuori dalle finestre ma, con l’aiuto dei lavoratori e forti dell’esperienza delle passate lotte contro il decentramento, torneremo a sollecitare i prefetti, ad incontrare i sindaci, a boicottare i convegni ANCI, ad occupare le sedi dei consigli comunali, a verificare l’illegittimità delle delibere comunali e ad ostacolare l’utilizzo di società private. Chiameremo i lavoratori allo sciopero nazionale su leggi che distruggono il Catasto così come abbiamo fatto contro la legge finanziaria, il 20 ottobre del 2006, che rilanciava il decentramento. Unici a proclamare uno sciopero su tale devastante riforma … purtroppo siamo rimasti “soli”, con migliaia di lavoratori, a gridare contro un governo “troppo amico” per contrastare tali misfatti.
Oggi,in coerenza con la sentenza del TAR, chiediamo l’immediata revoca di tutte le convenzioni con i poli catastali sperimentali che oltre a rilasciare visure accettano rendite catastali modificando la banca dati del Catasto terreni e del Catasto fabbricati.
Ribadiamo l’esigenza di un incontro anche con i vertici dell’Agenzia del Territorio per dipanare dubbi e perplessità che sorgono spontanei tra i lavoratori. Non Intendiamo starne fuori abbiamo già dimostrato che non si possono ignorare i lavoratori.
Uniti possiamo evitare il decentramento.
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