Valutazioni per le progressioni economiche che si dovevano chiudere il 12 ottobre, accorpamento dell'Agenzia del Territorio all'Agenzia entrate dal 1 dicembre, 4,5 milioni di euro dei lavoratori del Fondo 2010 di cui ancora non è stato deciso cosa fare, tagli delle piante organiche già effettuati e all'orizzonte chiusure degli uffici, mobilità, eccedenze, esuberi.
Non è una visione apocalittica, è la sommaria e incompleta descrizione di ciò che è accaduto, sta accadendo e accadrà a breve. E l'Agenzia cosa fa? Fissa una riunione il 20 settembre scorso per poi rinviarla per motivi istituzionali e non rispondere più a tutti i successivi solleciti.
Non vorremmo che in un momento come questo i vertici dell'Agenzia siano troppo presi dalla necessità di pensare al loro futuro e alla loro poltrona dimenticandosi del destino che attende migliaia di lavoratrici e lavoratori, costretti ad apprendere dagli organi di stampa una volta che verranno accorpati e l'altra no.
Non è accettabile che non si riesca a trovare una giornata per discutere e affrontare i problemi dei lavoratori, seppure con la consapevolezza che alcuni di questi problemi purtroppo non potranno trovare una soluzione al tavolo con l'Agenzia, perché la loro genesi è altrove.
Chiediamo però serietà e decenza a chi svolge un ruolo pubblico ed è stipendiato anche per affrontare e possibilmente risolvere i problemi dei lavoratori. Se incontri istituzionali dovevano esserci, così importanti e delicati da giustificare il rinvio di un confronto tanto atteso quanto importante (per le questioni generali ma anche per le questioni particolari) è necessario che l'Agenzia convochi a breve le organizzazioni sindacali per rendere conto dell'esito di quegli incontri. Se era una balla a fini tattici, il tempo delle balle è finito.
Ieri un emendamento della Commissione Finanze della Camera allontanava la prospettiva della soppressione dell'Agenzia; oggi un organo di stampa sostiene che il Governo porrà la fiducia sull'intero pacchetto della finanziaria. Ma il destino delle persone non si può giocare a questa roulette russa, né l'Agenzia del Territorio e i suoi vertici possono continuare a tenere la testa sotto la sabbia o peggio, a preoccuparsi solo delle vicende personali.
Noi ci auguriamo che per l'Agenzia del Territorio ci sia ancora un futuro, per quanto il futuro ci riservi comunque scenari difficili. Ma quand'anche così non fosse, i vertici attuali devono mostrare senso di responsabilità e rispetto verso le lavoratrici e i lavoratori, prima ancora che verso le organizzazioni sindacali. Non si sottraggano al confronto, tirino fuori la testa dalla sabbia, fosse l'ultima occasione per mostrare un orgoglio e un senso di appartenenza che fin qui ci sono apparsi fin troppo autoreferenziali.
Qualunque sarà la sorte dell'Agenzia, non lasciamo che questi mesi passino invano fra atteggiamenti da struzzi e canti del cigno ma se la covocazione non arriverà presto ce l’andremo a prendere insieme ai lavoratori con cui fissiamo fin da adesso un presidio sotto largo Leopardi per Giovedì 18 ottobre dalle ore 9:00.