Come USB Lavoro Privato - TIM esprimiamo la nostra solidarietà e una forte preoccupazione in merito alla complicata questione che coinvolge i lavoratori impiegati nell’indotto del gruppo TIM: ristorazione, pulizie e facility management.
Ancora oggi i lavoratori TIM operano da casa in smart working e questo si ripercuote duramente in molti settori dell’indotto, tra i quali quello della ristorazione, con conseguenze gravissime per centinaia di persone le quali, dopo mesi di attesa, non hanno ricevuto neppure il sostegno della cassa integrazione.
Il loro futuro è buio perché in attesa del rientro, non immediato, dei lavoratori TIM presso le sedi continueranno a rimanere senza retribuzione. Il rientro inoltre prevedrà nuovi criteri di presenza nelle sedi, alcune delle quali si ipotizza verranno chiuse. Questo comporterà una drastica riduzione anche dei servizi di ristorazione.
Nell’ipotesi peggiore, TIM potrebbe addirittura decidere di non fornire più servizi di ristorazione, con il conseguente licenziamento di tutti i lavoratori.
Si tratta per lo più di donne con un’età media intorno ai 50 anni, quindi difficili da ricollocare, che con professionalità e abnegazione hanno svolto per decenni un servizio indispensabile all’interno dell’azienda.
Inoltre, come USB, siamo al fianco dei lavoratori delle imprese di pulizie e dei servizi immobiliari (facility management) che al momento continuano la loro attività perché coinvolti nella ristrutturazione degli spazi di lavoro e nella sanificazione dei locali aziendali, come previsto dai protocolli COVID-19 ma che, in prospettiva, subiranno gli stessi effetti di una probabile riduzione delle sedi.
Tutelare i posti di lavoro e la dignità di chi sta vivendo sulla propria pelle le conseguenze drammatiche di questa crisi deve essere una assoluta priorità.
Per questo TIM (Committente) non può ignorare questa delicata situazione, esplosa a causa della diffusione del virus Covid-19 ma della quale TIM approfitta per ridurre i costi di gestione degli immobili.
È necessario intervenire urgentemente assumendosi la dovuta responsabilità solidale per offrire risposte ai lavoratori delle ditte appaltatrici e alle loro famiglie, utilizzando quanto risparmiato dalla chiusura delle sedi e la mancata erogazione dei buoni pasto.
Come sigla sindacale, poiché il 31 agosto è scaduto l’appalto sull’attività di ristorazione, abbiamo chiesto l’apertura di un confronto congiunto TIM e società in appalto per la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici.