Ieri 30 giugno, riunione a Vibo valentia della USB ed i lavoratori tirocinanti, per riaprire il fronte delle battaglie contro il rimpallo di governo e regione sulla ripresa del lavoro dopo l’emergenza sanitaria; emergenza che in Calabria è servita solo per ingurgitare i lavoratori.
Lavoratori che da decenni sono occupati nella Pubblica Amministrazione con compiti prettamente di livello superiore altro che formazione, lavoratori soggetti a turni a badge ad aggiornamenti, a norme contrattuali, che li hanno portati al punto di essere con la loro professionalità decennale indispensabili per portare avanti la macchina amministrativa nazionale.
Lavoratori senza linea guida personalizzate per formarsi, ma addetti alla pari di tutti gli altri impiegati, ma soprattutto soggetti anche alle angherie e ricatti da parte di chi a loro fianco hanno “il pane assicurato” nello svolgimento di mansioni non proprie in qualità di tirocinanti.
Dall’assemblea è emersa la necessità che bisogna partire da subito con una piattaforma rivendicativa che vada alla concretizzazione della loro stabilizzazione nelle amministrazioni, dove attualmente lavorano e chiudere con questa pratica di lavoro NERO nella pubblica amministrazione INTOLLERABILE.
Servono regole univoche per tutti i dipendenti, e non la sconcezza che sta accadendo oggi con lavoratori che svolgono stesso lavoro ma pagati meno di un reddito di emergenza!
L’assemblea dei lavoratori ieri ha deciso, vista la poca o nulla attenzione, del governo all’occupazione nel sud del paese, che la crisi post pandemia che prosegue la sua attività sulla stesso alveo che ha demolito ogni speranza di stabilità e oggi trascina tutti i lavoratori alla precarietà, di partire con le mobilitazioni ed altre prerogative sindacali che saranno decise nelle prossime attività del gruppo USB Tirocinanti.
In tanti stanno già pagando oggi le conseguenze economiche della pandemia, ma l’impatto sarà ancora maggiore nei prossimi mesi, per questo la USB metterà in campo tutte quelle misure politiche/sindacali, per non far pagare la crisi ai lavoratori e alle classi popolari, contro chi vuole scaricare sulla collettività i costi delle misure necessarie a tutelare i profitti dei padroni ed in questo caso dello stesso Stato che utilizza in modo anomalo i tirocinanti.
Molti lavoratori in questi mesi delle pubbliche amministrazioni hanno continuato a lavorare con il sistema a partire dal ricorso allo smart working, solo le fasce che erano già più deboli sul piano lavorativo non hanno potuto fruire di questa possibilità, quindi lasciati a casa senza sostegno economico!
Senza prospettive lavorative e senza stabilizzazione i lavoratori della USB sono già pronti ad aprire un fronte di campagne sindacali a partire dalla regione Calabria per poi finire al governo che in numerosi DPCM emanati “cura italia”… “ decreto rilancio”… “stati generali” …ha solo rilanciato nel baratro questi lavoratori – ribadiamo indispensabili nelle pubbliche amministrazioni!
p/ USB Coordinamento Provinciale Vibo Valentia
Saverio Bartoluzzi