Nel 1948, scrivendo la Costituzione, i deputati discussero a lungo sul primo articolo. Si doveva scrivere “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro” o “l’Italia è una Repubblica fondata sui lavoratori”?
Prevalse la prima proposta. Molti di noi avrebbero forse preferito la seconda. E tuttavia, ambedue le definizioni ponevano in cima alla Costituzione il lavoro e quindi i lavoratori. Anche da altri articoli si capisce che il cuore della legge fondamentale è la condizione di chi lavora.
È stato realizzato questo comandamento laico? Ci pare che lavoro e lavoratori siano in cima ai pensieri dei legislatori attuali? Perché non è così? Non è questa una responsabilità grande della classe dirigente del nostro paese?
Adesso il governo propone di modificare la Costituzione. Per obbedire finalmente al primo comandamento? Ci dicono: “Per rendere più facile e rapido il governare”. Governare su chi e nell’interesse di chi? Quanto tempo ha impiegato il Parlamento per approvare la legge Fornero? 17 giorni e 20 giorni per approvare la Legge Boccadutri che garantisce il finanziamento pubblico ai partiti. Dunque non è la velocità delle decisioni il problema.
L’obiettivo vero, anche se non dichiarato, è togliere definitivamente la voce di chi non è d’accordo, ridurre i rappresentanti di chi lavora, del popolo e lasciare tutto lo spazio al ceto politico, alle consorterie di potere. E così tutelare non gli interessi popolari, ma quelli delle banche e dei potentati finanziari.
Lavoratori, tutto questo non ci riguarda? Possiamo assistere indifferenti allo snaturamento della Costituzione? Non è questo un problema che ci coinvolge direttamente come lavoratori e cittadini?
Chi sostiene che il sindacato (cioè i lavoratori organizzati nella difesa dei propri interessi) non deve occuparsi di questi problemi, perché sono problemi politici, è vittima di un equivoco: non si tratta di schierarsi dalla parte di un partito o di un gruppo di partiti. Semplicemente, la Costituzione fondata sul lavoro deve essere difesa, rispettata e applicata e non stravolta.
È così semplice e chiaro: la Costituzione, così com’è adesso, impedisce loro di fare quello che vogliono dei diritti e delle libertà dei cittadini. E allora la vogliono cambiare, riportandoci a livello di sudditi.
I lavoratori e le loro organizzazioni si devono levare contro questi progetti e pretendere non la modifica della Costituzione, ma la sua realizzazione piena.
Se passa la controriforma costituzionale, coloro che in questi ultimi vent’anni ci hanno condotto a questi disastri (disoccupazione record, condizioni di salario da accattoni, modi di lavoro da ritorno alla schiavitù), i responsabili di questa regressione di civiltà avranno le mani del tutto libere.
Noi, lavoratori di tutta Italia, abbiamo la responsabilità storica di fermare questo declino civile, di contribuire a restaurare una dignità del lavoro che ci è stata tolta. Lo possiamo fare a condizione che dal basso, dalle rappresentanze sindacali, dalle assemblee si levi una decisione unanime: no allo scempio della Costituzione, no alla distruzione della rappresentanza politica dei lavoratori.
E imponendo con forza la realizzazione della Costituzione in vigore, in tutte quelle parti, che erano lungimiranti non solo nel 1948, ma ancora e forse di più oggi, vale a dire gli articoli che vogliono la tutela del lavoro e un miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori: un lavoro dignitoso (art. 4), che ci permetta di provvedere a noi stessi e alla nostra famiglia e che sia retribuito in modo proporzionale alla quantità e qualità (art. 36); l’eguaglianza tra tutti i cittadini (art. 3); una scuola accessibile a tutti, senza discriminazioni di reddito (art. 34), la tutela della salute (art. 32).
E infine, ma non ultimo per importanza, il rispetto dell’articolo 48: “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto”. Un voto vale uno, nessun voto deve valere di più, perché dato a chi vince. Solo a questo modo noi possiamo difendere civiltà e democrazia.
Tocca a noi lavoratori. Nessuno si tiri indietro
RSU INPS LODI – RSU FONDAZIONE S. CHIARA ONLUS - RSU PROVINCIA LODI