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Sedi USB Università di Roma Tor Vergata

TOR VERGATA: RISPETTARE GLI ACCORDI, ALTRO CHE "DISCUTERE" SUL DECRETO BRUNETTA...

Roma,

Il sindacato chiede il rispetto degli accordi,

l’amministrazione convoca per discutere della Riforma Brunetta

 

La convocazione per il giorno martedì 9 febbraio 2010 rappresenta per noi una vera e propria provocazione, in quanto disattende completamente tutte le motivazioni per le quali si era insistentemente chiesta una contrattazione decentrata, unitariamente agli altri sindacati.

 

La nostra Amministrazione, più realista del re, anziché procedere celermente all’attuazione di accordi già presi (vedi allegato), ci chiama per discutere del “Decreto legislativo 27 ottobre 2009, n.° 150 – ambito e limiti della contrattazione integrativa”, ovvero della cosiddetta “Riforma Brunetta”.

 

Paradossalmente questa Amministrazione anziché chiamarci per mettere a punto l’attuazione di un accordo già preso, ci convoca per discutere su come procedere in maniera efficace, evitando cioè intoppi ed ostacoli di carattere politico-sindacale, alla riduzione dello stipendio ad una consistente fetta dei lavoratori del nostro Ateneo.

 

Noi siamo convinti della inapplicabilità della Legge Brunetta nel comparto università (abbiamo già prodotto un dettagliato ed articolato comunicato sull’argomento: rdb.uniroma2.it/index.php/archives/473) motivo per il quale riteniamo assolutamente prematuro ed inopportuno avviare un confronto su questo specifico argomento, quando ancora NON sono stati ATTUATI gli accordi già presi.

 

Noi come organizzazione sindacale insieme alle altre sigle, ci stiamo adoperando in tutti i modi possibili per riuscire a concludere l’annosa questione delle progressioni orizzontali, in quanto siamo ben consapevoli della gravità della situazione. Il 2010 infatti rappresenta un anno di transizione. Se nel corso di questo anno solare non concludiamo le procedure previste dall’accordo integrativo per il passaggio degli aventi diritto alla posizione economica superiore (due anni di anzianità nella posizione economica), possiamo essere certi che non vi sarà più alcuna possibilità di farlo con l’attuazione del decreto Brunetta, con l’implicazione che circa il 50 % del personale sarà penalizzato.

 

E comunque la richiesta unitaria sindacale dei punti all’ordine del giorno va rispettata, anche motivando le loro scelte, come noi motiviamo le nostre ragioni. Ci rammarica profondamente che questo per il momento non sia avvenuto, addirittura che la risposta dell’Amministrazione vada ben oltre!

 

ORA STA A TUTTI VOI LAVORATORI PRENDERE ATTO DELLA GRAVITÀ’ DELLA SITUAZIONE ED IMPEGNARVI IN PRIMA PERSONA CHIEDENDO l’ATTUAZIONE DEGLI ACCORDI !!

 

COMPILATE LA RICHIESTA ALLEGATA E TRASMETTETTELA DIRETTAMENTE AL RETTORE O TRAMITE IL SINDACATO

 

Le nostre ragioni, le ragioni dei lavoratori

 

Davanti ai tagli dei Bilanci, tutti si chiedono se sarà il personale tecnico-amministrativo a pagare il prezzo più alto, insieme ovviamente ai precari ed agli studenti.

 

Recentemente l’Amministrazione ha soddisfatto le esigenze dei docenti riconoscendo loro il pagamento degli scatti automatici stipendiali, da alcuni anni congelati. Evidentemente, pur con il Bilancio in rosso, i fondi, abbastanza cospicui, in qualche modo sono stati trovati. Come ben sappiamo il salario accessorio del personale costituisce parte più che sostanziale dello stipendio contrattualizzato ed è di gran lunga inferiore a quello del personale docente.

 

Alla stessa maniera, noi crediamo dovrebbe celermente soddisfare le esigenze del personale tecnico-amministrativo poiché, se entro qualche mese le progressioni orizzontali del personale tecnico non saranno state ATTUATE dall’Ateneo, il diritto sancito dall’accordo decadrà perché cambierà il quadro normativo di riferimento. L’applicazione del “decreto Brunetta” difatti trasforma l’attuale impianto contrattuale: a giorni uscirà la direttiva per l’accorpamento dei comparti e poi si procederà con la sottoscrizione del primo contratto triennale che dovrà recepire le novità della Riforma, tra cui la ridotta possibilità di accesso alle procedure (dentro i buoni e fuori i cattivi).

 

La nostra è una richiesta di sostegno nei confronti del personale tecnico- amministrativo della Scuola e dell’Università in questo nostro Paese, sempre più “accerchiato” dalle cosidette RIFORME, come il decreto legge Brunetta il quale sancisce che sia nelle Università virtuose che in quelle allo sbando, e conseguentemente in tutti i dipartimenti e le divisioni senza distinzione di efficienza, il 25 % del personale debba smettere di percepire il salario accessorio e venga dichiarato immeritevole. Senza sapere da chi, in che maniera, e anche con quali costi, visto che si parla di “stringere la cinghia”, debba essere espresso tale già contraddittorio giudizio; visto che di fatto pur parlando di maggiore efficienza, si darebbe per scontato che un lavoratore su quattro sarebbe comunque al di sotto della soglia minima di “produttività” e non avrebbe diritto a percepire la sua quota di salario accessorio, diritto alle progressioni economiche e di carriera e con il rischio pure del licenziamento.

 

Per questo consideriamo l’Ordine del Giorno della prossima contrattazione, tutto concentrato sulla peggiore applicazione di una legge che non è ancora operativa, per togliere spazi alle relazioni sindacali già ridotte al minimo, una specie di colpo alle spalle che, tramite noi, va ad offendere direttamente i dipendenti.

 

Quello che da mesi chiediamo all’Amministrazione, al Rettore, che sul riconoscimento del ruolo dei dipendenti e sull’intenzione di coinvolgerli nella vita dell’Ateneo ha speso gran parte della sua campagna elettorale, in particolare al Direttore Amministrativo che non perde occasione per sostenere di essere dalla parte del personale, è, ripetiamo, una reale presa di posizione di fronte ad una norma palesemente inapplicabile, oltre che ingiusta.

 

Ci chiediamo, crediamo con diritto visto che l’Ateneo è la casa comune di tutti, quale giudizio esprima il Rettore su questi temi e quali concrete proposte abbia in mente, e soprattutto se siano anche nella direzione dei lavoratori.

 

Roma, 25 gennaio 2010