Sul PNF abbiamo in queste settimane pubblicato un'analisi dettagliata, ritenendo il documento uno dei più significativi della filosofia che sta alle spalle del sistema di riforme strutturali europee di cui la Buona scuola fa parte.
Riconoscere questo piano strutturale non deve mai significare però, a nostro avviso, capitolare senza provare a rivendicare le prerogative collegiali che continuano ad essere vigenti.
È il caso, per fare l'esempio, di un istituto superiore di Torino in cui siamo presenti come organizzazione sindacale, che domani sarà teatro di un corso di Formazione votato dal Collegio Docenti e che si svolgerà nel corso della mattinata, nell'orario di servizio.
Si tratta dello stesso istituto che distribuisce tra tutti i docenti il Bonus premiale, grazie ad un comitato di Valutazione che non si è sbizzarrito in assurdi quanto improbabili criteri di attribuzione, ma ha ribadito che i buoni risultati di una scuola dipendono dal lavoro e dalla partecipazione di tutti.
Tutto ciò è possibile anche grazie alla disponibilità al confronto del DS, certo, ma trova nella compattezza del Collegio il suo punto di forza principale. Ed ecco che domani gli insegnanti di questa scuola inizieranno un confronto critico su un altro dei "mostri sacri" del nuovo modello di scuola, la "didattica delle competenze" che ormai sembra qualcosa di irrinunciabile e di cui invece va mostrato il livello ideologico funzionale all'uniformazione al ribasso dei profili formativi per un mercato del lavoro fatto di precarietà e sfruttamento, complementare all'ASL e alla riforma dell'istruzione professionale.
Reagire si può, basta volerlo e organizzarsi (con USB)...
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