Il 12 maggio Tper aveva deciso di vietare a USB di riunire in assemblea in orario di lavoro i lavoratori dei reparti VTV, SOSTA e CALL CENTER per poter discutere delle problematiche dei reparti.
L’azienda, incredibilmente, aveva negato ai lavoratori e a USB questo diritto, ma stavolta è arrivata la risposta di una parte importante dei lavoratori, che di fronte a questa evidente prepotenza si sono riuniti ugualmente in assemblea, all’aperto nel cortile della Direzione Tper, fra lo stupore di passanti e colleghi.
La volontà dell’azienda di impedire l’esercizio di un diritto fondamentale per tutti si è subito materializzata con sanzioni disciplinari (censure e richiami) e la decurtazione in busta paga delle ore di assemblea svolte in orario di lavoro, nel totale silenzio delle altre sigle sindacali presenti in azienda, davanti all’ennesimo attacco ad un diritto dei lavoratori tutti, come riunirsi in assemblea, a prescindere dalla organizzazione sindacale di appartenenza.
A tutto questo USB ha risposto denunciando Tper all’Autorità Giudiziaria per comportamento antisindacale (art.28) ed il 12 settembre dopo 4 mesi di carteggi ed incontri tra gli avvocati delle parti, l’azienda Tper si è impegnata davanti al Giudice del Tribunale di Bologna a restituire la somma sottratta ai lavoratori in busta paga e a ritirare le sanzioni disciplinari fatte.
La determinazione e la dignità dei lavoratori hanno dimostrato quel giorno che invertire un percorso di intimidazioni e di smantellamento dei diritti è possibile e praticabile.
Ringraziamo i colleghi che hanno saputo far rispettare i loro diritti senza farsi intimorire dalle minacce di Tper.
Non ringraziamo chi pur definendosi sindacalista ha avallato un simile abuso tacendo e invitiamo i dirigenti di Tper a ricordare che la democrazia non è solo una parola vuota.
Bologna, 25 ottobre 2016
Aderente
alla FSM