Nel corso del 2015, a seguito di un'indagine interna al limite del surreale e condotta con metodi intimidatori, CTT Nord licenzia un conducente per presunta manomissione di un mezzo di trasporto pubblico. Il 18 febbraio scorso il Tribunale di Pisa - Sezione Civile, cui il lavoratore si era rivolto per ottenere giustizia, in assenza di prove inconfutabili di manomissione, dispone con un'ordinanza la reintegrazione del lavoratore al suo posto di lavoro, con le stesse mansioni, nonché il risarcimento allo stesso di tutti gli emolumenti non percepiti dal momento del licenziamento al momento dell'effettivo reintegro.
CTT Nord comunica al lavoratore, con lettera del 26 febbraio scorso, il reintegro in organico dal giorno 1 marzo e contestualmente lo dispensa dal prestare servizio fino a nuovo ordine.
Se fin dal primo momento la vicenda ci è parsa quantomeno pretestuosa, oggi, alla luce della sentenza di primo grado, ben ricordando certe dichiarazioni a mezzo stampa del presidente di CTT Nord, Andrea Zavanella, che si diceva assolutamente certo che fossero stati compiuti atti di sabotaggio dimostrabili, e soprattutto dato il comportamento dell'azienda oggi, che infischiandosene dell'ordinanza nega il ritorno al lavoro al conducente, possiamo ritenere oltre ogni ragionevole dubbio che si tratti di un accanimento che prescinde dalla veridicità dei fatti.
Un lavoratore preso a capro espiatorio in un momento, la primavera-estate dell'anno scorso, in cui CTT Nord, a causa delle azioni di protesta dei lavoratori per la cancellazione del contratto di secondo livello, con alcune vetture posto sotto sequestro e con indagini in corso da parte della magistratura sulla manutenzione delle stesse, si trovava in enormi difficoltà.
In sostanza un atto intimidatorio verso tutti i lavoratori, richiamati all'ordine e all'accettazione incondizionata delle forti perdite salariali e normative, e al contempo un tentativo (goffo e bieco) di scaricare sui lavoratori la responsabilità delle drammatiche condizioni del parco vetture.
Una dimostrazione di forza quantomeno inopportuna, oltre che inaccettabile sul piano etico, e tuttavia perfettamente in linea con i modi arroganti e vessatori che da sempre hanno contraddistinto i dirigenti di CTT Nord.
Portiamo quindi la vicenda a conoscenza dell'opinione pubblica, impegnandoci a divulgarla nel modo più ampio e capillare possibile, e chiediamo ai comuni azionisti, come al solito colpevolmente silenti, di pronunciarsi in merito; chiediamo conto al presidente di CTT Nord Andrea Zavanella, e al vice presidente Alessandro Amato, dello sperpero di denaro pubblico a scopi persecutori verso i dipendenti (il caso non è isolato, presto altri giungeranno a giudizio), fino al paradosso di mantenere improduttivo un lavoratore già reintegrato, mentre la scrivente O.S. preannuncia fin da ora azioni di lotta a sostegno del lavoratore qualora CTT Nord non dovesse procedere, nel più breve tempo possibile, alla riammissione in servizio dello stesso.
Unione Sindacale di Base Livorno
6 marzo 2016