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TRAPPOLE PATENTI ALLE SCA

Nazionale,

Lavoratori,

l’andamento del 73° corso presso le scuole manifesta l’ineludibilità degli effetti, che continuano a colpire sempre e in primo luogo noi stessi lavoratori, della spasmodica tendenza all’aumento della competitività imposto dall’Europa e perseguito dal governo. L’amministrazione in qualità di braccio operativo, attraverso atti d’imperio come regole indiscutibili (anche in senso sindacale, eludendo le corrette relazioni per non ascoltare la voce dei lavoratori) attua infine la strategia di maggior appropriazione delle funzioni umane del lavoratore. La deriva descritta riflette il processo di militarizzazione (il sopra ordina il sotto esegue) e facilita l’azione più somigliante a quella di comando che amministrativa. Pur neo-assunti è facile capire il vento che tira, anche se a volte soffia in faccia a taluni e a volte ad altri, è vento di coercizione. La vicenda che vede i lavoratori in prova alle scuole sottoposti al conseguimento obbligatorio della patente di 3° grado rivela qualcosa di più. La classe autisti è stata costituita con due trucchi. Attribuire una maggiorazione di punteggio ai patentati in fase concorsuale e poi obbligarli al percorso professionale inerente senza che sia stato specificato nel bando è scorretto e poi la guida in sirena è un’altra cosa! Allo stesso modo si potrebbe pretendere che nell’indicare il titolo di studio, che potrebbe essere una laurea in medicina, il concorrente sia obbligato poi a svolgere quella mansione, magari nel servizio sanitario. Sarebbero così violate le sue giuste aspettative di fare il vigile del fuoco, come specificato nel bando. Ancor più raggirante è la situazione di quegli allievi che avendo conseguito la patente successivamente, per il semplice fatto di averlo indicato, sono destinatari della stessa vessazione con l’aggravante di non aver neanche conseguito quella maggiorazione di punteggio. Tra l’altro questa disparità pone in concorrenza i lavoratori, elemento che favorisce sempre il datore di lavoro specialmente se manca un’adeguata difesa collettiva. Logica vorrebbe che s’individuino gli aspiranti attraverso una ricognizione, ma l’amministrazione preferisce la strada della coercizione, anche in virtù del fatto che la carenza d’organico riduce la platea dei disponibili e che, a fronte delle incombenze che una mansione così delicata comporta, si riducono continuamente le tutele ed aumentano le responsabilità. D’altronde il compito di molti dirigenti è quello di completare il binomio dipendente/titolo per poi collocarlo nelle caselle vuote da riempire dei servizi, chi se ne frega se non si possiedono le caratteristiche adeguate e l’incolumità di lavoratori e cittadini è messa a rischio (ma non dovremmo tutelarla?)! l’importante è riempire il maggior numero di caselle con il minor numero di lavoratori possibile. Competitività.


PROSSIMAMENTE USB SI ORGANIZZA

TU CHE FAI?