In queste ore un terremoto sta investendo la Sacal, con l’arresto dei suoi massimi esponenti, Presidente, Direttore generale e Dirigente dell’Ufficio Legale, con le accuse di peculato, corruzione, abuso di ufficio e altro, oltre alla sospensione dai pubblici uffici di altre 12 persone. Attendiamo che il lavoro della magistratura faccia il suo corso, ma se le accuse fossero confermate si avvalorerebbero le posizioni che USB ha da sempre denunciato, non ultimo quando due anni fa, nell’agosto 2015 avevamo richiamato l’attenzione su quanto stava accadendo in SACAL con una dirigenza che, benché indagata e, a nostro avviso assolutamente delegittimata, oltre che incapace, ha continuato imperterrita ad operare scelte con gravi ripercussioni sulla società stessa e sulla pelle dei lavoratori.
Oggi la Procura della Repubblica di Lamezia Terme con una nota spiega di aver proceduto all'arresto dei vertici Sacal in seguito alle indagini che hanno consentito di accertare la perpetrazione dei gravi atti fra cui il peculato concretizzatesi attraverso viaggi e pranzi e soggiorni a scopi personali, con indebita imputazione dei costi, spesso assai elevati al bilancio della Società a partecipazione Pubblica. Sono emersi anche episodi illeciti su consulenze " Fantasma" per decine di migliaia di euro e artefatte selezioni di personale per incarichi interni vari- tutti lautamente retribuiti con soldi pubblici- affidati a soggetti che in generale, sono risultati in possesso di requisiti inferiori rispetto agli altri concorrenti illegittimamente esclusi, ricorrendo ad atti falsi. Secondo quanto dichiarato dalla Procura in tutta questa vicenda si evince "una gestione clientelare del mercato del lavoro in Calabria, con il consenso e la connivenza di esponenti della politica locale".
Una responsabilità politica precisa ce l’hanno le istituzioni regionali e locali che, a dispetto delle nostre denunce delle nostre azioni di lotta e dei nostri ripetuti scontri con i vertici dell’azienda, hanno sostenuto questa dirigenza permettendole di perpetrare lo scempio dello smembramento di Sacal (con la creazione di Sacal e Sacal GH), con pesanti conseguenze per i lavoratori.
Analoga responsabilità politica, a nostro avviso, è di quelle organizzazioni sindacali complici che, anziché vigilare e tutelare i lavoratori, hanno di fatto consentito queste operazioni, fungendo da “pompieri”, coprendole attraverso dichiarazioni che ostentavano sicurezza, positività e approvazione al progetto, e permettendo anche la privatizzazione di diversi settori e la gestione totale dei 3 aeroporti calabresi. In particolare appaiono vergognose le dichiarazioni della Filt Cgil che oggi condanna quanto accaduto, ma che in tutta questa vicenda si è schierata a favore dell’azienda permettendo anche atti unilaterali contro chi ha provato a fermare quanto stava accadendo.
USB chiede alla Regione Calabria l’apertura immediata di un tavolo di crisi e alle istituzioni la massima celerità nel mettere in atto tutte le operazioni necessarie per tutelare i lavoratori e per garantire il prosieguo delle attività della SACAL negli aeroporti calabresi.
Aderente
alla FSM