Per i lavoratori della giustizia, i guai sono come gli esami, non finiscono mai. Dopo lo squallore del contratto integrativo, che ingenera confusione nelle cancellerie, con aumenti che nulla altro, sono le risorse del FUA, ora il collegato lavoro, con i suoi effetti nefasti.
La zelante dirigente del tribunale di Firenze, con una rapidità non comune per gli uffici giudiziari, ha chiesto la revoca di 35 part-time, ed il Ministero, altrettanto celermente e con motivazioni pretestuose, ha disposto la revoca degli stessi, con decorrenza primo febbraio, senza dare ai lavoratori, il tempo di organizzarsi.
A scorrere l’elenco delle revoche, si nota che la maggior parte sono donne, che sono costrette a chiedere il part-time, e quindi rinunciare ad una fetta cospicua di salario, per le necessità familiari, e non sono coperte da nessuna assistenza, visti i continui tagli allo stato sociale, che lasciano sulle loro spalle, la cura dei figli e degli anziani.
L’attacco all’istituto del part-time, nasce dalla legge “brunetta”, normata poi, nel cosiddetto “collegato lavoro”, in cui al dirigente è stato conferito il potere di decidere della vita materiale delle lavoratrici e dei lavoratori.
E’ chiaro che stante il blocco del turn-over che non prevede sostituzioni a fronte di pensionamenti, ogni dirigente si sentirà autorizzato a revocarli.
Contro il collegato lavoro la USB, in perfetta solitudine, ha proclamato scioperi ed ha praticato il conflitto, nel silenzio dei giornali.
Ai lavoratori chiediamo di avere memoria storica, rispetto, a chi negli anni ha avallato le scelte scellerate dei governi che si sono succedutisi nel tempo.
Invitiamo i lavoratori di Firenze a partecipare al presidio che
si terra dalle ore 12 nei pressi del tribunale, mercoledi 26.
FERMIAMOLI, CON LA USB SI PUO’