ROMA PRENDE CASA
6 APRILE 2013 ORE 13 la sveglia è di nuovo suonata. Se stai vivendo con la paura che l'ufficiale giudiziario bussi alla porta di casa per eseguire lo sfratto o il pignoramento. Se negli ultimi anni o mesi hanno visto l'affitto della tua abitazione aumentare a dismisura fino a raddoppiare o persino a triplicare. Se non ce la fai più a pagare mutui e affitti improponibili. Se sei disoccupato o disoccupata, precario o precaria. Se arrivare alla fine del mese comunque è diventata una missione sempre più impossibile. Se stai pagando il prezzo di una crisi che certamente non hai contribuito a generare e la tua vita sta diventando un incubo, non ci dormire sopra, vieni con noi, riprenditi ciò che ti spetta,OCCUPA LA CITTA' !
Pochi minuti fa nella città sono stati occupati altri 13 stabili vuoti ed abbandonati. Le luci di altri 13 palazzi – ex uffici e case invendute – sono state accese per spegnere la rendita ed il profitto di pochi a danno di tutti. Per lasciare al buio chi da anni ha accumulato smisurate fortune rubandoci territorio e vita. Altri 13 spazi sono stati sottratti ai signori del mattone e della speculazione proprio nel momento in cui si vorrebbe riversare su Roma una nuova valanga di cemento privato approvando – in zona cesarini – una nuova sfilza di delibere cosiddette “urbanistiche” che in realtà rappresentano l'ennesimo “Sacco di Roma”.
Del resto le ombre nere dei RE DI ROMA sono già pesantemente entrate in campo nella competizione elettorale che porterà ad eleggere a fine Maggio il nuovo sindaco ed il nuovo consiglio comunale di Roma. Giocano in tutte le squadre per disegnare come sempre e più di sempre, a loro uso e consumo, il futuro di una città già fin troppo saccheggiata e devastata, oramai CAPITALE DEL CEMENTO, DELL'AUSTERITA' E DEL MAGNA MAGNA.
E' compito di tutti e tutte noi fermarli. Far emergere - nel conflitto e nella autorganizzazione – un'altra idea di città. Un'altra Roma da costruire e conquistare insieme.
Del resto, siamo consapevoli che non basterà – ammesso che effettivamente arrivi -, qualche taglio ai cosiddetti costi della politica, una spruzzata di trasparenza e qualche volto giovane e nuovo che magari poi tanto nuovo non è, a cambiare veramente le cose, a spazzare via gli interessi di quei potenti che continuano a seminare precarietà e ad affamarci.
Nessuno al posto nostro conquisterà i diritti che ci vengono negati. Solo noi direttamente possiamo riprenderci ciò che ci spetta.
Anche per questo abbiamo deciso di collegare oggi, in una grande giornata di lotta e mobilitazione le lotte per l'abitare con quelle contro le discariche, gli inceneritori e tutte fonti di nocività che distruggono i territori e le salute.
Con queste idee ben chiare in testa ci prepariamo a manifestare Martedì 9 Aprile con un corteo che arriverà fin sotto le finestre della presidenza della Regione Lazio per chiedere a gran voce il BLOCCO GENERALIZZATO DEGLI SFRATTI E DEGLI SGOMBERI e la realizzazione immediata di un PIANO STRAORDINARIO CONTRO L'EMERGENZA ABITATIVA
Movimenti per il Diritto all'Abitare
Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa
Blocchi Precari Metropolitani
Action
Comitato Obiettivo Casa
Lo "tsunami tour" dei movimenti. Occupata una decina di palazzi
Giornata di blitz e azioni per rivendicare il diritto alla casa firmate da associazioni e coordinamenti. Il 9 aprile la manifesazione alla Regione
I movimenti si rimettono in marcia. E ripartono in questi giorni occupazioni, azioni, cortei e blitz. Uno "tsunami tour" che nulla ha a che vedere con quello grillino in camper, ma che riattiva invece pratiche radicali, assemblee, dibattiti, riconquista di spazi abbandonati e conquista di luoghi vuoti e in disuso, all'aperto o al chiuso. Una serie di iniziative che sfoceranno nella manifestazione del 9 aprile sotto la giunta regionale del Lazio, per saggiare, da subito, anzi, in via preventiva, il governo Zingaretti in tema di politiche abitative.
Due giorni fa il presidio simbolico da parte di Action e di Cinecittà Bene comune nell'area agricola della centralità della Romanina di proprietà del costruttore Scarpellini su cui dovrebbe piovere una colata di cemento. Poi la "passeggiata" in VI municipio, tra piazza della Maranella, Tor Pignattara e il Pigneto, di cittadini e attivisti. E ancora l'occupazione in via de Chirico di un cantiere di Caltagirone dove sorgeranno nuove abitazioni.
Oggi la sveglia è di nuovo suonata. A quattro mesi esatti da quel 6 dicembre di mobilitazioni e irruzioni, all'ora di pranzo è stata occupata un'altra decina di stabili vuoti ed abbandonati, ex uffici e case invendute. Circa 300 le famiglie impegnate, in tutto s sarebbero mobilitate tra le 600 e le 700 persone. "Altri 13 spazi (in realtà sarebbero 8 o 9 per ora le azioni riuscite, ndr) sono stati sottratti ai signori del mattone e della speculazione - scrivono in un comunicato Movimenti per il Diritto all'Abitare, Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa, Blocchi Precari Metropolitani, Action e Comitato Obiettivo Casa - proprio nel momento in cui si vorrebbe riversare su Roma una nuova valanga di cemento privato approvando, in zona cesarini, una nuova sfilza di delibere cosiddette "urbanistiche" che in realtà rappresentano l'ennesimo "Sacco di Roma". Del resto le ombre nere dei Re di Roma sono già pesantemente entrate in campo nella competizione elettorale che porterà ad eleggere a fine maggio il nuovo sindaco. E' compito di tutti e tutte noi fermarli - proseguono - Far emergere un'altra idea di città. Un'altra Roma da costruire e conquistare insieme. Anche per questo abbiamo deciso di collegare oggi, in una grande giornata di lotta e mobilitazione le lotte per l'abitare con quelle contro le discariche, gli inceneritori e tutte fonti di nocività che distruggono i territori e le salute". "Il Comune e la Regione devono acquistare a prezzo di costo le case invendute per rispondere all'emergenza abitativa e fermare ulteriore cemento" aggiunge il consigliere comunale Andrea Alzetta.
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Tra i palazzi occupati uno stabile provinciale in via Antonio Musa 10, al Salario, ora presidiato dai giovani del progetto "Degage" che hanno intenzione di trasformarlo in uno studentato autogestito. Sul posto una volante della polizia ma la situazione sembra tranquilla. I ragazzi, che spiegano "è assurdo pagare 500 euro per una stanza in affitto da studenti", hanno lanciato per le 17 un'assemblea pubblica.
Occupato anche un edificio di proprietà del fondo immobiliare della Banca Popolare di Milano a San Basilio che ospitata prima uffici dell'assessoreato regionale alla Casa. Sul cancello lo striscione "Riprendiamoci la città". Manifestanti sono entrati anche nelle case di nuova costruzione dell'imprenditore Caltagirone a Ponte di Nona.
Sarebbero falliti invece altri due tentativi di occupazione in quartieri abbastanza centrali della città per via dei presidi delle forze dell'ordine. Mentre altre mobilitazioni sono in corso sulla Tiburtina (due ex depositi Atac), in via Acqua Donzella 27 (uno stabile dell'Ordine dei Cavalieri di Malta) e in piazza Attilio Pecile 21 (ex Asl a Garbatella).
I ragazzi del progetto "Mushrooms", che il 13 marzo avevano provato a prendere possesso di una serie di appartamenti a Tor Pignattara, sono entrati nell'ala vuota dello studentato di via De Dominicis per segnalare come "sia inaccettabile che di fronte alla crisi e alle migliaia di ragazzi idonei per la borsa di studio ma non vincitori a causa della scarstà di fondi si ritrovino senza posto letto pur essendoci alloggi deserti".
Le reazioni. Per Sandro Medici, presidente del X municipio in cui ha requisito alcune case sfitte da tempo, e candidato sindaco di Roma con la lista di cittadinanza Repubblica Romana, "da oggi in poi bisognerebbe direi Occupy Roma per raccontare le occupazioni in atto in queste ore. Non si tratta un evento simbolico, bensì di prendere atto che cittadini e movimenti non hanno alcuna intenzione di regalare Roma alla speculazione. Troppi gli stabili abbandonati - prosegue Medici - mentre tante sono le famiglie e i giovani senza casa perché nell'impossibilità di pagare cifre da capogiro per gli affitti, così come quelli imposti agli studenti fuori sede. Con queste occupazioni i movimenti di lotta, e io con loro - conclude il candidato sindaco - annunciano una battaglia intransigente contro questa amministrazione, che con le sue 64 delibere urbanistiche ha scelto di bruciare i pozzi lungo la strada della fuga".
Interviene anche Gianluca Peciola, candidato al consiglio comunale con Sel: "A Roma sono circa 250mila gli immobili abbandonati. Presenteremo un atto per il riutilizzo di scuole e immobili abbandonati attraverso l'autorecupero per farne case e spazi sociali e culturali. Roma ha già concesso troppo alla rendita e alla speculazione edilizia, bisogna recuperare il patrimonio immobiliare esistente e destinarlo alle famiglie che vivono il dramma dell'emergenza abitativa".
(06 aprile 2013
di VIOLA GIANNOLI