A nulla è servito il tavolo presso il Ministero dello Sviluppo economico convocato per la vertenza Wartsila Italia; la dirigenza aziendale, infatti, presente in pompa magna con la delegazione finlandese, ha ribadito la volontà di proseguire nella procedura già avviata, rendendosi esclusivamente disponibile a gestire l'impatto sugli esuberi.
Nonostante il Governo abbia provato a convincere l’azienda, garantendo in prospettiva un rapporto strategico sull’“industria del mare “, Wartsila non ha voluto sentire ragioni.
USB ha attaccato l’atteggiamento arrogante dell’azienda, che si presenta nell’ennesima e brutale ristrutturazione, stavolta con la minaccia della chiusura. Wartsila ha ricevuto milioni di euro pubblici ed oggi è in utile. Non è accettabile alcuna soluzione che preveda anche un solo licenziamento.
Abbiamo richiamato il Governo alle sue responsabilità e alla necessità di un intervento che rompa il tabù della nazionalizzazione e dell’esproprio.
Non possiamo accontentarci di sentirci dire di essere nel giusto, di difendere un asset strategico, senza che queste parole si traducano in un’azione precisa, di pressione forte nei confronti di questa multinazionale.
Ora non resta altro che passare alla mobilitazione delle maestranze e della città. Non possiamo rimanere impassibili davanti a questa aggressione alla nostra industria nazionale.
USB Federazione di Trieste