Dopo la tragedia della ex Felandina di Metaponto l’ipocrisia e le analisi tardive si succedono con un tempismo impressionante. L’ennesima tragedia annunciata trova riscontro nella mancata applicazione dell’accordo sottoscritto da USB braccianti Basilicata e la Regione rappresentata dall’allora presidente Pittella. Già il 13 maggio 2016 a seguito della pesante situazione dell’area di Boreano e di Venosa, USB ad un tavolo con la Regione chiedeva di risolvere in “termini strutturali e non solo emergenziali” la situazione abitativa dei braccianti( in particolare migranti) della Basilicata. L’accordo, che pure scaturiva dalla grave situazione di un’area, investiva l’intero territorio regionale compresa l’area del metapontino(già problematica allora).
Ma la storia si ripete ed ora come allora la situazione è la stessa perché la Regione non ha mai dato attuazione a quell’accordo anzi ha remato in senso contrario.
Che fine faranno i 300 braccianti ancora residenti nel ghetto di Metaponto e dove sono stati alloggiati gli altri colpiti dalla devastazione del rogo?
Solo quando si verificano le tragedie e ci sono i morti tutti commentano e si fanno paladini degli ultimi. USB da sempre è stata sul campo e a fianco dei braccianti per rivendicare i diritti e la dignità e soprattutto il rispetto dei Contratti. Ora a pochi giorni dall’inizio della campagna del pomodoro nell’area di Lavello e Palazzo non è dato sapere quali sono le soluzioni per l’accoglienza dei braccianti e in quale stato saranno costretti a vivere per un lavoro che vede questi uomini e donne essere utilizzati come schiavi e sfruttati. USB sarà presente e seguirà con attenzione e meticolisità tutte le fasi di avviamento della campagna 2019 al fine di garantire ai braccianti la doverosa dignità ed i diritti. Schiavi mai.
USB è e sarà sempre dalla parte degli “ultimi”