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riduzione degli armamenti

Un mese di mobilitazione per dire No ai caccia F-35 e alla spesa folle di 15 miliardi di euro che il Governo vuole impegnare in questo momento di sacrifici.

Roma,

Il progetto parte nel 2007. A firmare l'accordo per la partecipazione alla seconda fase del programma dei Joint Strike Fighter F-35, l'allora sottosegretario Forcieri.

Come recentemente è stato dimostrato, nessuna penale da pagare prima della firma di un nuovo contratto: qualcosa che non è mai avvenuto e che ci permetterebbe ancora un dietro-front.

In un momento di grave crisi per tutto il Paese troviamo fuori luogo che il Ministro-Ammiraglio Di Paola nei suoi monologhi televisivi continui imperterrito a difendere l'F-35, promettendo al massimo qualche sforbiciata.

Nel frattempo taglia 3.000 posti di lavoro di personale civile nel suo dicastero.

Parlare di un programma di elevato valore operativo, tecnologico e industriale vuol dire non tenere in considerazione i rilievi negativi dello stesso Pentagono ed i ripensamenti di molti paesi partner nel progetto.

Sono diverse le denunce per il continuo lievitare dei costi a causa dei tempi di sviluppo e produzione che si allungano per mettere mano ai forti deficit qualitativi dell'aereo.

Chi oggi dovesse firmare il contratto per l'acquisto dell'F-35 si assume la responsabilità di gettare al vento ingenti somme di denaro pubblico.

Sono previste giornate mobilitazione a sostegno della campagna che culmineranno il 25 febbraio, scelta come giornata delle "100 piazze d'Italia contro i caccia F-35".

Il primo obiettivo di questa nuova mobilitazione è spingere il Parlamento e ogni singolo parlamentare a discutere in modo aperto e trasparente sugli F-35.

Il Parlamento deve impedire innanzitutto che si crei il fatto compiuto.

L'Italia non può permettersi oggi di impegnare ulteriori 15 miliardi di euro, oltre ai quasi 3 già spesi, per l'acquisto e il mantenimento di questi bombardieri, senza che ci sia un chiaro e onesto dibattito pubblico sulle esigenze e le priorità a cui dobbiamo rispondere.

USB lancia la campagna di adesione con momenti di informazione e raccolta firme, cercando anche di coinvolgere gli Enti Locali in una mozione di sostegno alla mobilitazione.