Oltre al danno, la beffa! Mentre la scuola pubblica assiste, da anni e per gran parte in silenzio, al proprio smantellamento, la stessa adesso si fa latrice di informazioni utili alla pubblicizzazione entusiastica del volantino inviato da Confindustria Emilia Area Centro, che invita alla presentazione di una scuola paritaria, elitaria e rispondente alle esigenze di un certo mercato.
Mentre agli adolescenti che abitano il territorio italiano si toglie gradualmente la possibilità di ricevere un’istruzione pubblica statale di qualità e ai loro docenti vengono sottratti gli strumenti e gli spazi per poter realizzare una didattica che formi persone prima che lavoratori, Confindustria sostiene, e un Istituto Comprensivo statale pubblicizza, una scuola che nella propria presentazione accusa l’istituzione scolastica statale di mancati interventi reali nella proposta didattica per «una difficoltà storica legata alla granitica impostazione culturale del nostro Paese».
La scuola paritaria in questione imbastisce il proprio discorso promettendo «preparazione competitiva», sfide continua sulla «capacità di problem-solving creativo attraverso la prototipazione di […] idee, prodotti, servizi», un percorso abbreviato a 4 anni, un’alternanza scuola-lavoro di 300 ore, ecc. e assume un atteggiamento paternalistico verso la scuola pubblica statale, che si dimostrerebbe incapace di lavorare effettivamente sulle competenze anche se non «per cattive intenzioni». Si prevedono "addirittura" 8 borse di studio per i più meritevoli, perché per iscriverti a questo istituto te lo devi meritare, per i voti o per i soldi. «Avanti tutta, davanti a tutti», questo è l’obiettivo della scuola paritaria. Quello della scuola pubblica (sempre più impoverita) rimane invece: per tutti!
La scuola che abbiamo in mente noi lavoratori della scuola statale deve sviluppare l’idea dell’educazione come bene comune e il principio di una comunità che favorisce la partecipazione di tutti i soggetti, anche i più fragili, e che, prima di pensare a valorizzare lo studente definendolo materia prima, abbia a cuore la sua formazione come futuro cittadino insieme ad altri cittadini. Non possiamo restare in silenzio davanti alla privatizzazione della scuola pubblica, al suo adeguamento alle logiche del privato, al suo impoverimento. E non possiamo accettare che una scuola media pubblica pubblicizzi una scuola superiore paritaria.
Ci chiediamo, pertanto, chi risponderà delle infamanti dichiarazioni verso la scuola statale contenute in quei volantini? La dirigente scolastica dell'istituto comprensivo di Calderara di Reno? Rientra nelle precise responsabilità di un dirigente scolastico della scuola statale pubblicizzare una scuola privata? Ci sembra che l'immagine della scuola statale sia stata fortemente danneggiata da questa operazione di marketing alla quale il dirigente di questa scuola si è prestato. Riteniamo che una scuola pubblica statale che avalli l'uscita dal sistema statale dei suoi studenti in questo modo non assolva il proprio mandato costituzionale. Ed è per questo che consideriamo gravissimo quanto accaduto all'IC di Calderara di Reno.
Nella speranza che le istituzioni territoriali USR Emilia Romagna e AT Bologna si attivino al più presto per i dovuti controlli, chiediamo a tutti i docenti che si occupano dell'orientamento nella propria scuola di divenire presidio attivo e di controllo.
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Si veda circolare pubblicata sul sito giovedì 10 Gennaio 2019 - 09:37