L’amministratore delegato di UNIFARM, la grande impresa trentina di distribuzione farmaceutica, non perde occasione di vantarsi sui media locali degli imponenti risultati raggiunti dalla “sua” società (in realtà i proprietari sono prevalentemente le farmacie del Trentino-Alto Adige), dal “Viagra” trentino al Neolatte, dagli utili sempre rilevanti ai fatturati stellari, dagli “sbarchi” della ditta in altre regioni d’Italia (Sardegna e Liguria) alla pubblicità ottenuta col caso Belen Rodriguez.
Anche quando la “sua” UNIFARM viene colta in fallo dalla magistratura per violazione dei diritti sindacali e contrattuali nei riguardi degli operai dipendenti, eccolo apparire compassato e dichiarare ai giornalisti che la società si adeguerà alle decisioni della magistratura.
E’ il caso dell’ultima sentenza di condanna emessa lo scorso 10 giugno 2014 dal Tribunale di Trento in favore di 11 operai dell’UNIFARM, a cui la magistratura del lavoro trentina ha riconosciuto il livello economico superiore (passaggio dal 5°, inferiore, al 4°, prevalente, con una differenza media mensile lorda di quasi 100 euro per dipendente). I lavoratori, da anni impiegati in mansioni che il loro contratto nazionale riconosce corrispondenti al 4° livello, si erano rivolti al Sindacato di Base Multicategoriale (in sigla SBM) di Trento che aveva tentato di risolvere la questione in sede sindacale. L’atteggiamento di chiusura della ditta, peraltro vergognosamente spalleggiata dalla triplice (CGIL-CISL-UIL), aveva obbligato sindacato e operai a ricorrere al giudice competente, con il patrocinio degli avvocati Dario ROSSI (foro di Genova) e David MICHELI (foro di Trento), per vedere riconosciute le proprie ragioni di fatto e di diritto.
Per l’occasione l’A.D. aveva dichiarato alla stampa: “noi recepiremo la sentenza e valuteremo se è il caso di ricorrere in appello oppure no”. Il super manager UNIFARM sa bene che le sentenze del Giudice sono immediatamente esecutive e, indipendentemente dalla decisione o meno di ricorrere in appello (che, tra l’altro, non risulta sia mai stato depositato avanti la Cancelleria della Corte d’Appello di Trento), vanno applicate. Ma, alla faccia della sentenza e delle belle parole della direzione aziendale, a tutt’oggi le buste paga degli 11 operai usciti vincitori dalla causa sono ancora ferme al 5° livello! In altre parole l’UNIFARM se ne frega bellamente delle sentenze del Tribunale di Trento.
Questo comportamento sprezzante delle decisioni giudiziarie non può essere tollerato né dal sindacato né dai lavoratori. In questi giorni i legali hanno avuto il mandato di presentare una denuncia alla Procura della Repubblica per stabilire se vi siano reati connessi al mancato rispetto della sentenza del Tribunale di Trento.
Sul piano sindacale invece verrà predisposto un presidio davanti i cancelli della società per rendere pubbliche le condotte contra legem dell’UNIFARM. Con la speranza che i veri proprietari della prestigiosa società (le farmacie) prendano provvedimenti nei confronti dei loro impertinenti manager.
Sindacato di Base Multicategoriale – Trento