Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Lavoro e Previdenza Sociale Vigilanza sul lavoro

UNITI A DIFESA DELLA FUNZIONE ISPETTIVA

Roma,

Come al solito, quando l’amministrazione si prepara ad assestare l’ennesimo colpo alla funzione sociale di

quello che pomposamente è denominato Ispettorato Nazionale del Lavoro; quando dalla farsa tragica della

cosiddetta riorganizzazione, emerge solo la conferma di comitati d’affari, affarucci e familiari; quando alla

richiesta di dare valore alla professionalità ed alla qualità si risponde con la stolida imposizione di obiettivi

numerici, tanto insulsi quanto antitetici alla qualità; quando alla richiesta di vedere finalmente riconosciuti

ruolo e funzione di chi è chiamato a tutelare il lavoro ed a far applicare la legislazione sociale, si risponde

con un Contratto Integrativo tanto vuoto quanto vergognoso; l’importante è creare ad arte - con la complicità

di quelle stesse organizzazioni sindacali che siedono al tavolo in quanto firmatarie del contratto sottoscritto a

danno dei lavoratori – la solita, tanto insensata quanto stupida, contrapposizione tra ispettori ed

amministrativi.

Diciamo chiaramente, se gli ispettori del lavoro sono gli unici upg in Italia cui non è riconosciuta

un’indennità di funzione, questo non dipende certamente dal personale amministrativo del INL e, se è per

questo, neanche dagli accertatori dell’Inps. E non è neanche vero che dipenda dal fatto che per legge si

applichi il contratto dei ministeri. A questo proposito è sufficiente andare a vedere indennità e competenze

riconosciute ai dipendenti del ministero delle finanze, per capire come la condizione di coloro a cui è toccato

in sorte di dipendere dal “lavoro” è la precisa espressione di una volontà politica.

Chiarito come sia insensato, stupido ed autolesionistico abboccare al canto delle sirene firmaiole (tutte le

altre organizzazioni sindacali) ed invitando tutti, ma proprio tutti, ad attivare un paio di neuroni per non farsi

condizionare dalla pancia, occorre fare attenzione al piatto che, dopo le europee ci viene servito, e che è di

una gravità tale da rischiare di snaturare in maniera irreparabile ruolo e funzione dell’ispezione del lavoro.

Per prima cosa dobbiamo denunciare cosa si nasconda sotto i nuovi compiti legati all’introduzione del

reddito di cittadinanza.

Agli uffici, preceduta o meno da note degli interregionali, è appena arrivata una nota a firma del direttore

centrale Danilo Papa, con la quale lo stesso comunicava che l’INPS, in ordine all’accesso alle “informazioni

e banche dati” ex art. 7, comma 15 ter, D.L. n. 4/2019, aveva provveduto (peraltro in tempi rapidissimi – alla

faccia della “gelosia del dato”!) ad implementare il sistema NET – INPS consentendo l’accesso all’apposito

applicativo denominato “Domande reddito di cittadinanza”.

Cosa significa questa lapidaria comunicazione?

Significa che gli ispettori che nella loro attività si troveranno in presenza di un lavoratore in nero, dovranno

senza indugio entrare nel portale e verificare se il lavoratore o un membro del suo nucleo familiare sia

percettore del reddito di cittadinanza. In caso affermativo, oltre alla maggiorazione delle sanzioni, l’ispettore

sarà tenuto a comunicare il fatto tempestivamente all’istituto per consentire l’immediata revoca del sussidio e

dovrà procedere con l’informativa penale a carico del “delinquente”.

In proposito in primo luogo e semplice evidenziare l’illogicità della procedura.

Per effettuare qualunque controllo sull’applicativo “Domande reddito di cittadinanza” sarebbe sufficiente

una comunicazione telematica dell’ispettore all’istituto e qualunque impiegato di quello potrebbe in pochi

secondi effettuare tutte le verifiche del caso. Per quanto riguarda l’aspetto penale, ma allora, agli accertatori

dell’Inps, che gli è stata data a fare la qualifica di upg ?

Una questione di puro e semplice buonsenso farebbe dire: Ma come, viste le carenze d’organico e

l’inadeguatezza del numero di ispettori rispetto a quanti sarebbero necessari, vista la persistenza degli

obiettivi numerici rispetto al mancato turnover - fatto così evidente che se ne è accorta addirittura la FP Cgil!

– perché chiedete di fare agli ispettori del lavoro quello che potrebbero fare i dipendenti dell’INPS?

Ma la questione è più seria.

Prima però occorre sottolineare un'altra cosa e cioè il rischio di asservimento dell’attività dell’Ispettorato alla

volontà del capo del governo di fatto, il ministro di polizia Salvini.

Garantista con politici imprenditori e classe dirigente, draconiano con i poveri cristi, in particolare se con

una pigmentazione troppo ricca di melatonina, dopo aver trasformato i poliziotti in “questurini” che

sequestrano gli striscioni ironici e non graditi e manganellano anche i giornalisti a protezione dei fascisti, li

 

 

USB Unione Sindacale di Base - Confederazione Nazionale

via dell'Aeroporto 129 - 00175 - ROMA - Tel: 06.59640004 - Fax: 06.54070448 - usb@usb.it

manda in ispezione nei centri di accoglienza dei migranti con l’obiettivo di coglierli in

fallo ed imporre la loro chiusura.

A questo scopo gli Ispettorati dovrebbero essere coinvolti dalle diverse questure per mettere le proprie

competenze al servizio di questa vera e propria pulizia etnica.

Il diritto del lavoro, la legislazione sociale e l’ispezione del lavoro, in Italia e secondo le direttive

internazionali, nascono con una funzione sociale precisa: tutelare nelle relazioni sociali la parte più debole

dei contratti di lavoro e nella società.

Lo fanno attraverso le norme, le leggi che lo Stato si dà e garantendo la loro applicazione.

E’ chiaro che negli ultimi decenni, con un accelerazione progressiva, questo paese ha conosciuto in questa

materia un’involuzione tale da manomettere le fondamenta stesse del diritto del lavoro, ma trasformare

coloro che fin dal 1912 si sono adoperati con tutti i limiti possibili ed immaginabili per garantire quella

funzione, in sbirraglia al soldo dello sceriffo di Nottingham, significa superare qualunque limite accettabile.

Invitiamo tutti ad evitare le inutili e stupide polemiche e a ragionare sulla gravità della situazione e sulle

necessità di organizzarsi dal basso per costruire tutti insieme un sentire, una piattaforma ed un percorso che

dia reali gambe alle legittime aspettative di ognuno.

GIOVEDI’ 20 GIUGNO PRESIDIO MANIFESTAZIONE SOTTO IL MINISTERO

DEL LAVORO

ORE 10.00 VIA VENETO, 56 ROMA

Roma, 17 giugno 2019

USB/P.I. Coordinamento Nazionale USB Lavoro, INL, ANPAL