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RINNOVO CCNL 2019-21 - SCIOPERO GENERALE venerdì 20 maggio: aumentare salari e diritti, abbassare le armi

Roma,

USB Pubblico Impiego - Università invita tutti i lavoratori universitari a aderire allo SCIOPERO GENERALE di venerdì 20 maggio, che vede la nostra sigla fra quelle che hanno aderito per dire NO alla GUERRA, ma di conseguenza anche un NO al CAROVITA. Per le tante ragioni che riguardano tutti noi in questa fase delicata (guerra in Ucraina, crisi energetica e carovita), con ricadute sul rinnovo del contratto che non nasce sicuramente sotto una felice congiunzione astrale.

I tempi di guerra e crisi energetica fanno presentire un'atmosfera di ritorno al clima di austerity. I bagordi da esubero di risorse, che risuonavano sotto l'ombrello del PNRR, sembrano ormai spenti e la festa sembra finita per quel Governo che ora corre ai ripari cercando di scaricare la crisi che verrà sui lavoratori... come al solito!

Ma vediamo cosa sta succedendo all'avvio della trattativa sul CCNL Istruzione e Ricerca, cercando di focalizzarci in particolare su quello che il contratto sembra riservare all'Università.   
Partiamo dall’ atto di indirizzo inviata in questi giorni dal Governo alla CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) e rilanciata dai sindacati concertativi. Su questo fronte si segnala in particolare la CGIL, praticamente appiattita sulle posizioni governative ed in netta retromarcia rispetto a tante condizioni che sembravano già essere state acquisite come base di partenza per la trattativa sul rinnovo del CCNL.

Sull'adeguamento delle retribuzioni solo parole vaghe, che non lasciano presagire nulla di significativo, perché gli esigui incrementi sono già vanificati a causa dell’inflazione e dell’aumento del costo della vita a causa della guerra.

La sensazione che si ha leggendo l'atto di indirizzo del MUR è che Università paghi purtroppo anche quella criticità più volte evidenziata da USB, relativa cioè all'ancoraggio del CCNL al compartone che la vede insieme al mondo della Scuola, che ha delle peculiarità troppo distanti rispetto al mondo accademico e della ricerca. Anche per questa ragione, USB Pubblico Impiego chiede da anni che per il comparto Università e Ricerca si proceda ad un CCNL distinto dalla Scuola, che risulta un nodo cruciale sul quale si registrano forti restrizioni sin dall'avvio della fase negoziale in ragione di un'accesa conflittualità fra le parti in causa. Si vedrà poi come si vogliono rivedere i sistemi di classificazione professionale, il cui compito spetterà alla contrattazione nazionale per valorizzare in particolare posizioni e ruoli non dirigenziali con elevata autonomia e responsabilità gestionale, malgrado l’esiguità delle risorse aggiuntive messe a disposizione sui bilanci degli Atenei.

Nell’atto di indirizzo si ribadisce la valorizzazione delle specificità organizzative, gestionali e funzionali degli Atenei, ma la sensazione è che questa valorizzazione faccia rima con valutazione... individuale, naturalmente! E sorpresa infatti... si parla di meritocrazia, flessibilità e mobilità.

Si consolida il welfare aziendale nel CCNL per sostenere famiglie, prestazioni sanitarie, istruzione e mobilità, in funzione sostitutiva dello Stato, facendo pesare sulle risorse della categoria servizi ai quali si dovrebbe accedere con la fiscalità generale.

Anche la previsione dello spazio da lasciare alla contrattazione integrativa suona come un espediente per giustificare le minori risorse assegnate dal contratto collettivo nazionale, rimandando il problema ad una sede più atomizzata e con minore possibilità di massa critica in contemporanea, secondo una strategia di diluizione e parcellizzazione dei conflitti.

Il piano straordinario di assunzioni ed un qualche sforzo in termini di progressioni verticali rimangono in piedi, con l'obiettivo di arrivare ad un rapporto di 1 a 1 fra il numero degli strutturati del personale tecnico-amministrativo e bibliotecario ed il numero di componenti del personale docente (professori e ricercatori). Ma ciò ha tutto il sapore di una contropartita, per nulla equa, rispetto a tutto ciò che è venuto meno a causa del blocco decennale del turn over.

Infine, per quanto riguarda il trattamento accessorio, si prevede la definizione di modalità di utilizzo flessibile dei fondi di contrattazione, ma risulta oscuro il come ciò verrà raggiunto. In realtà, sembra che si voglia solo imbrigliare i margini di intervento per le Parti sindacali.

Quello che emerge in definitiva, alla luce di quanto riportato nell'ipotesi di atto di indirizzo, è una generale vaghezza dei contenuti e farraginosità dei meccanismi, nonché lo sforzo irrisorio in termini di risorse e di considerazione del personale universitario da parte del Governo. Tanti grandi obiettivi ed aspettative da raggiungere a fronte di risorse non adeguate, che avranno l'unico risultato di sovraccaricare ancora di più una categoria allo stremo.

Lo SCIOPERO GENERALE di venerdì 20 maggio  sarà un momento fondamentale e prezioso per ribadire la nostra contrarietà all'impostazione restrittiva che in questi giorni si sta affermando nella trattativa del CCNL, che riguarda anche il nostro comparto, e per sostenere quanto chiediamo:

AUMENTARE SALARI E DIRITTI, ABBASSARE LE ARMI!

Roma, 13 maggio 2022                                                                      

                                                                                                                                            USB PI Università