Abbiamo seguito con attenzione la “formazione appaltata” pagata dall’ateneo in materia di rilevazione presenze del (solo) personale tecnico-amministrativo.
Questo sindacato opera in tutto il mondo del lavoro ed ha, pertanto, piena consapevolezza del degrado legislativo che è seguito all’impoverimento culturale e politico della comunità nazionale e della rappresentanza politica e sindacale.
Non stupiscono sentenze che, dimenticando qualsiasi lettura costituzionalmente orientata, hanno fatto scempio della difesa della parte debole del rapporto di lavoro, tanto nel settore privato, quanto nel comparto pubblico.
Certo, è ben vero che alcuni (non difesi da USB), ben individuabili, dipendenti, con il loro ingiustificabile comportamento, portano argomenti e danno forza alla campagna repressiva contro tutto quanto è pubblico.
Tutto questo premesso, è altrettanto evidente che certa “formazione” è strumento utile per seminare angoscia fra il personale onesto e corretto (l’esclusivo destinatario di tanto sforzo organizzativo e normativo), insinuare il dubbio che anche un comportamento sostanzialmente irreprensibile sia esposto al vaglio penale e disciplinare.
In una parola, l’obiettivo è rendere più fragile l’intero fronte del lavoro onesto e corretto.
Nel contempo, il gran parlare di pausa caffè e timbratrici in ogni piano degli edifici universitari è una potente arma di distrazione di massa.
Si butta in pasto all’opinione pubblica il dipendente che non fa il suo dovere (perché non lo avete licenziato, visto che lo potevate fare già con il vecchio Testo Unico del 1957?) e così si evita di parlare e riflettere sulla qualità dei servizi erogati dall’ateneo e sulla qualità del supporto organizzativo, tecnico ed amministrativo.
Parlano e fanno riunioni chiedendosi se si debba timbrare prima di ricevere una telefonata privata mentre alcun dibattito pubblico viene promosso sulla qualità dell’insegnamento e della ricerca in questo ateneo.
Devo timbrare prima di andare al gabinetto? Mentre ragionano su questo importante dilemma, ben pochi si interrogano sulle motivazioni del calo degli studenti oppure su quanto tempo, energie e risorse sono dedicate agli spin-off accademici ed universitari e sul futuro dell’Ateneo.
Sull’argomento <timbrature ed affini>, tuttavia, non tutto è ancora scritto.
Alcune valide e documentabili argomentazioni, in favore di una regolamentazione equilibrata e rispettosa della dignità delle lavoratrici\lavoratori onesti e corretti è ancora possibile.
Del profilo culturale e psicologico di quanti gestiscono l’ateneo, sappiamo quanto basta.
In questa delicata fase, ogni lavoratrice e ogni lavoratrice è chiamato a garantire la massima partecipazione democratica.
Chiunque non farà sua la difesa della dignità della parte onesta e corretta del personale si assumerà una pesantissima responsabilità.