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Comunicati Stampa

UNIVERSITA': USB A COMMISSIONE SENATO, NO ALL'ABOLIZIONE DEL VALORE LEGALE DEL TITOLO DI STUDIO

Roma,

Necessario invece ridare valore alla formazione pubblica e statale

L’Unione Sindacale di Pubblico Impiego, oggi pomeriggio in audizione al Senato presso la 7a Commissione, interverrà contro l'abolizione del valore legale del titolo di studio. All’ordine del giorno della 304a seduta della Commissione, presieduta dal Sen. Guido Possa, l'indagine conoscitiva sugli effetti connessi all'eventuale abolizione del valore legale del diploma di laurea.

 

Secondo USB P.I.., si tratta di un’ipotesi da respingere con nettezza in quanto mina le fondamenta del diritto alla formazione pubblica, libera, qualificata e certificata per tutti, ed il principio fondamentale che vede la cultura come un bene collettivo, essenziale per la crescita della società  e della democrazia.

 

L’abolizione del valore legale del titolo di studio, ponendosi in antitesi alle pari opportunità stabilite dalla Costituzione repubblicana, accelererebbe lo smantellamento dello stato sociale penalizzando i figli delle classi più deboli; andrebbe ad incidere nell'accesso alla pubblica amministrazione, aprendo una voragine alla discriminazione nel reclutamento; andrebbe inoltre a limitare la libera circolazione dei lavoratori in ambito internazionale, negando a cittadini, cresciuti e formati in Italia, la certificazione di effettive competenze e dunque la  partecipazione a concorsi in ambito europeo.

 

L'abolizione del valore legale del titolo di studio sottende ad una decisa azione politica che vuole contrattualizzare e privatizzare il rapporto tra scuola/ateneo e studente, ottenendo nei fatti profitto privato. Non appare inutile ricordare infine come l'abolizione del valore legale del titolo di studio fosse il primo punto previsto fra i provvedimenti economico-sociali del Piano di Rinascita Democratica della Loggia P2.

 

USB inviterà dunque la Commissione ad prendere in esame la necessità di maggiore controllo pubblico sui titoli di studio rilasciati nel paese, a fronte della mercificazione in qualità e contenuti, come ormai avviene nelle università telematiche e nei diplomifici privati.