Il governo ha recentemente approvato, con voto di fiducia, il Decreto Crescita.
Ne avevamo già parlato, in particolare dell’art.33, articolo che purtroppo ha trovato conferma anche nella stesura finale del Decreto.
Quindi per quanto riguarda il salario accessorio, viene ribadito che:
“Il limite al trattamento accessorio del personale di cui all'articolo 23, comma 2, del decreto legislativo 27 maggio 2017, n. 75 è adeguato, in aumento o in diminuzione, per garantire l'invarianza del valore medio pro-capite, riferito all'anno 2018, del fondo per la contrattazione integrativa nonché' delle risorse per remunerare gli incarichi di posizione organizzativa, prendendo a riferimento come base di calcolo il personale in servizio al 31 dicembre 2018.”
Vuol dire che, prendendo a riferimento l'ammontare del fondo del salario accessorio del 2016 e dividendolo per il numero di personale in forza al 31 dicembre 2018, il risultato costituisce il valore medio pro-capite che deve essere mantenuto costante nel corso degli anni a venire, inserendo nuove risorse nel Fondo, qualora si effettuino assunzioni e operando tagli, nella misura del valore medio moltiplicato per il numero di dimissioni, che a qualsiasi titolo dovessero avvenire nell'anno in corso, (pensionamenti, trasferimenti ad altro ente, licenziamenti).
La norma non solo ha effetti devastanti per le ricadute finanziarie sul Fondo, ma provoca al momento una confusione ingestibile, per il semplice fatto che si rischia di non conoscere la quantificazione esatta del salario accessorio a disposizione, se non alla fine dell’anno.
Il noto consulente degli Enti per la contrattazione decentrata Arturo Bianco, sul Sole 24h consiglia di costituire un Fondo parallelo ove trasferire parte dei soldi del Fondo del salario accessorio, per non trovarsi a richiedere la restituzione delle indennità a fine anno ai lavoratori, nel caso in cui, i molti pensionamenti e le poche assunzioni, determinassero tagli troppo ampi.
Siamo quindi nell’incertezza totale. Non solo si rischia la produttività, ma anche le progressioni orizzontali che, non avendo disponibilità di risparmi, potrebbero non essere attuate.
Una situazione preoccupante, che al Comune di Terni pare solo USB abbia al momento compreso.
In questi giorni infatti, le delegazioni trattanti sindacali e di parte pubblica, si stanno incontrando per definire il nuovo contratto decentrato. La RSU, per indubbie responsabilità della coordinatrice e della vice, sta al momento facendo semplicemente da spettatore distratto, visto che non è stata convocata neanche una riunione per produrre un minimo di proposta, ma soprattutto la Uil coadiuvata dalla Cisl, si sta prodigando sul capitolo delle Relazioni Sindacali, sebbene queste siano già normate dal Contratto Nazionale. Lo sforzo profuso riguarda il tentativo di inventare una norma ad hoc per il Comune di Terni, utile per escludere definitivamente USB persino dagli incontri con la parte politica, tentando in tal modo di silenziarci, arrivando addirittura al punto di proporre il divieto, (valido solo per alcuni), di fare uso della mail per informare i lavoratori.
Questi sindacalisti dimostrano con tale specioso approccio, di ignorare la nostra Carta Costituzionale che riconosce cittadinanza democratica e legalità a tutte le Organizzazioni Sindacali alle quali non è possibile negare il diritto di gestire incontri, di informare i lavoratori sulle questioni che li riguardano, di esercitare le prerogative quali membri della RSU, men che meno può essere impedito l’uso dei mezzi informatici dell’ente dalle amministrazioni, che sono tenute al rispetto delle prerogative sindacali, pena il giudizio nelle sedi deputate.
Detto questo, ci domandiamo: ma con tutti i problemi che attanagliano il nostro Ente, con una dotazione organica fortemente sottodimensionata, con un’età media dei lavoratori di ben oltre 50 anni, con un salario accessorio fortemente ridimensionato dai tagli contrattuali e dal dissesto dell’Ente, con il rischio di vedersi operare ulteriori tagli che renderebbero impossibili progressioni orizzontali o produttività, è mai possibile che l’unico pensiero, al momento così grande da condizionare un’intera trattativa e così importante da viziare il percorso di un intero Contratto Decentrato (la UIL l’ha posta come pregiudiziale per proseguire gli incontri), è l’imbavagliamento di USB? Mai avremmo pensato di incutere cotanta paura! Davvero non provate neanche un minimo imbarazzo verso i lavoratori che stanno aspettando le risposte alle loro istanze?
Grazie per l’attenzione riservata alla nostra O.S., ma se invece di dare spazio alle paure si iniziasse finalmente a dare lo spazio alle vere esigenze dei lavoratori, non sarebbe sbagliato.
Per quanto ci riguarda continueremo a fare ciò che sappiamo fare meglio. Impegnarci, informarci per proporre soluzioni ai tanti problemi che attanagliano il nostro Ente.
Terni, 02 luglio 2019
La Federazione USB-Comune di Terni