(141/20) Nella giornata di ieri, 10 novembre, abbiamo inviato due distinte diffide all’amministrazione centrale e a tutti i direttori delle sedi di Piemonte, Lombardia, Calabria e Valle d’Aosta, le regioni attualmente inserite nella fascia rossa, quella di maggior pericolo per la diffusione del virus SARS-Cov-2.
Queste le nostre richieste che valgono su tutto il territorio nazionale:
- Collocamento di tutto il personale in smart working emergenziale senza obbligo di rientri settimanali, fatte salve le attività realmente indifferibili da coprire con rotazione del personale;
- Sospensione dell’attività di sportello in presenza;
- Riconoscimento del buono pasto per l’attività di smart working emergenziale.
Il DPCM del 3 novembre prevede che nelle regioni classificate in fascia rossa sia vietato ogni spostamento salvo che per lavoro, motivi di necessità e salute, mentre nelle regioni inserite nelle fasce arancione e gialla è raccomandato di evitare spostamenti tranne che per i motivi sopra richiamati. Quindi la limitazione degli spostamenti riguarda l’intera popolazione. L’attività di sportello non è attività indifferibile perché può essere svolta da remoto adottando le diverse modalità di cui si è dotato l’Istituto.
L’amministrazione centrale deve dare indicazioni chiare ai territori e i direttori territoriali, che sono anche datori di lavoro, devono assumersi la responsabilità di tutelare innanzitutto la salute dei lavoratori dell’Istituto.
Invitiamo chi vuole a presentare al direttore di riferimento domanda di smart working emergenziale che non preveda rientri settimanali. Il lavoro agile in questa fase di emergenza epidemiologica è una misura sanitaria di contenimento della diffusione del virus e non una semplice soluzione organizzativa.
La protesta della USB non si fermerà alla diffida. L’amministrazione non metta in pericolo i lavoratori.