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Viterbo

Usb esorta i candidati a Sindaco a prendere parola sul lavoro

Viterbo,

A pochi giorni dalle votazioni per eleggere la nuova amministrazione di questa città, non abbiamo ancora sentito nessuna proposta concreta per contrastare lo sfruttamento sul lavoro

Sono stati pubblicati i dati del Sole 24 Ore sulle condizioni di lavoro e vivibilità delle città italiane e Viterbo si classifica negli ultimi posti nella maggior parte degli indici esaminati fra cui condizioni di lavoro e occupazione giovanile.

In aggiunta agli impegni elettorali, che ascoltiamo ogni tornata, su rilancio delle terme, del centro storico e delle frazioni, esortiamo i candidati a prendere parola concretamente sulle condizioni in cui sono costretti a vivere i lavoratori in questa città.

Il Comune, per esempio, stipulando una semplice convenzione con l’Ispettorato territoriale del Lavoro può legare la concessione di suolo pubblico a locali e ristoranti alla regolarità delle assunzioni del personale. La concessione verrà sospesa, fino alla revoca definitiva, in base alla gravità degli abusi riscontrati su irregolarità nelle assunzioni e mancanze in fatto di salute e sicurezza.

Nel Lazio i lavoratori irregolari, costretti a sottostare ad inquadramenti sbagliati, straordinari mai pagati o assunzioni completamente in nero, sfiorano i 400 mila, di cui il 70% proprio nel terziario, ristorazione e turismo.

L’amministrazione comunale deve essere libera dal giogo dei datori di lavoro e deliberare e per lo sviluppo e i diritti degli abitanti. Così non sembra essere avvenuto riguardo le concessioni commerciali, date in modo irrazionale alla Grande distribuzione tutte sulla Cassia nord.  L’effetto più visibile è la paralisi della viabilità della zona, per percorrere pochi metri serve fino a mezz’ora. L’altra faccia della medaglia è un accentramento di potere in mano a pochi gruppi a cui viene permesso di spadroneggiare, che senza alcun tipo di concorrenza, sfruttano i propri dipendenti con la minaccia del licenziamento o del mancato rinnovo.  I negozi aprono, chiudono e riaprono poche centinaia di metri più in là. Un sistema spesso usato unicamente per assumere personale sempre nuovo, con contratti interinali, liberandosi dei lavoratori con contratti vecchi e più tutele.

I nuovi contratti vengono stipulati per lo più a part time, poi gli orari vengono spalmati su tutta la giornata, 6 ore di lavoro vengono divise fra mattina e pomeriggio, costringendo i dipendenti a vivere nel punto vendita.

Il silenzio istituzionale permette alla Grande distribuzione di imporre gli orari, allungandoli sempre di più sul modello delle aperture no stop. Chiediamo all’amministrazione di schierarsi con i lavoratori e non con le multinazionali, mettendo un fermo alle aperture giornaliere e domenicali e controllando il lavoro nero, attraverso protocolli di intesa con l’Ispettorato del Lavoro. Un tema di competenza locale su cui altre città italiane hanno deliberato.

Chiediamo il fermo delle concessioni edilizie per innalzare mostri di cemento, che affamano i lavoratori e distruggono il territorio e spiegazioni sui criteri con cui fino adesso sono state assegnate.

Pochi mesi fa, Usb insieme ai lavoratori impegnati nell’assistenza e nell’educazione, hanno manifestato sotto il Comune per chiedere il rispetto dei propri diritti e del ruolo professionale e delicato che svolgono al fianco di bambini e ragazzi con disabilità. Abbiamo vinto quella battaglia, ma non ci fermiamo.

L’ente locale non deve indirizzare e sostenere le cooperative, si farebbe così promotore di sfruttamento. Tutti i lavoratori che operano per il Pubblico devono essere dipendenti pubblici, internalizzando i servizi, mai più sottoposti ad assunzioni instabili, sotto cooperative, in balia di continui cambi di appalto.

Il Comune deve garantire, attraverso l’approvazione di una clausola sociale, che le aziende che chiudono e riaprono pochi metri più in là, magari con un altro nome, assumano innanzitutto i dipendenti precedenti invece di produrre un continuo esercito di precari.

Perché i programmi elettorali non si concentrano, con un capitolo specifico, sulla lotta al caporalato e i vari interventi di tutela della dignità dei lavoratori che operano nelle campagne di Castel d’Asso. Speriamo i candidati non cerchino di non vedere le centinaia di braccianti che tutte le mattine affollano piazza del Sacrario in attesa di raggiungere i campi, costretti a spostarsi ammassati su furgoncini fatiscenti o in bicicletta.

Dove sono gli interventi pubblici con sistemi di illuminazione e trasporti sicuri.

È troppo facile scaricare le responsabilità su Regione e Stato, il Comune deve farsi promotore di un tavolo condiviso con le parti sociali, dove le aziende vengano chiamate a dare contezza di come assumono i dipendenti.

Sottolineiamo anche come il Sindaco, in quanto responsabile della sicurezza pubblica, abbia un ruolo di primo piano sul controllo della sicurezza nei luoghi di lavoro. Assistiamo, temiamo nell’ignoranza dell’Istituzione, a mancanze gravissime dai dispositivi di protezione individuali fino alla manomissione dei macchinari affinché producano di più. Profitto sulla vita dei lavoratori che subiscono infortuni gravissimi e, troppe volte, mortali. Nel Lazio sono già 19 i lavoratori uccisi da inizio anno, la nostra regione è al quinto posto per vittime nei luoghi di lavoro.

Aspettiamo sicuri, questa volta, di ricevere risposte pubbliche sulle problematiche sollevate, come invece non fu fatto dai precedenti candidati.

Usb, al fianco dei lavoratori, continua le lotte per diritti e dignità ben oltre le campagne elettorali.