Giorno di serrata all’INPS, dove USB e ANMI-FeMEPA avevano proclamato per oggi quattro ore di sciopero accompagnate da un’assemblea a copertura dell’intera giornata lavorativa, per protestare contro i risparmi di bilancio imposti all’ente di previdenza che hanno già determinato un taglio dei servizi e rischiano di avere pesanti ripercussioni anche sugli stipendi dei dipendenti.
Chiusa l’attività d’informazione in molte sedi e rinviate le visite mediche per l’invalidità civile, in attesa di conoscere i dati ufficiali dell’adesione alla protesta USB si dichiara soddisfatta della partecipazione alle manifestazioni. A Roma si è tenuto un folto presidio davanti al Ministero del Lavoro dove è stata consegnata una lettera di protesta per il Ministro Giovannini. I 200 manifestanti si sono poi spostati sotto la sede dei tre Fondi di previdenza complementare del Pubblico Impiego Perseo, Sirio, Espero.
“Abbiamo portato in piazza la protesta dei lavoratori dell’INPS contro il taglio di 533 milioni al bilancio dell’ente previdenziale – riferisce Libero Ponticelli dell’Esecutivo Regionale USB Pubblico Impiego Lazio – tagli che sottraggono servizi ai cittadini e li obbligano a rivolgersi a soggetti privati come Patronati, Commercialisti e Consulenti del Lavoro per avere servizi in precedenza garantiti dall’INPS”.
“Si continuano a saccheggiare le risorse dell’Istituto di previdenza sociale per fare cassa, distruggendo una parte importante di Stato sociale – prosegue l’esponente di USB – Con la protesta di oggi abbiamo voluto lanciare l’allarme sulla tenuta dell’INPS e sull’esigenza di restituire valore alla previdenza sociale pubblica, concludendo la manifestazione in Via Aniene, sotto la sede dei Fondi negoziali di previdenza complementare per il Pubblico Impiego”.
“Nel corso della protesta siamo stati raggiunti dalla notizia di possibili nuovi tagli chiesti dal governo all’INPS – conclude Ponticelli – Riteniamo quindi proporzionato alla gravità della situazione quanto messo oggi in campo da USB e sicuramente non ancora sufficiente. Dovrebbe far riflettere i lavoratori l’assenza di una qualunque reazione da parte di CGIL-CISL-UIL-CISAL. Sarà perché hanno interessi diretti nella gestione della previdenza complementare privata?”.