Una delegazione dell’USB Pubblico Impiego è intervenuta il 23 maggio scorso in audizione presso la Prima Commissione del Senato, Affari Costituzionali. All’ordine del giorno due provvedimenti che il governo si appresta ad emanare, il primo sulla proroga dei contratti per oltre 4 milioni di lavoratori pubblici e del tetto alle loro retribuzioni; il secondo sul riordino degli Uffici Territoriali del Governo, in attuazione della spending review disposta dal governo Monti.
L’ USB P.I., forte della protesta del 22 maggio scorso che ha visto migliaia di lavoratori pubblici in piazza a Roma, ha chiesto l’immediata apertura del rinnovo contrattuale e lo stanziamento di risorse per gli aumenti contrattuali. L’USB ha sottolineato il forte danno già prodotto dal blocco dei contratti in atto, danno enormemente sottostimato dalle altre organizzazioni sindacali, che si aggira su una media di 60 mila Euro per un lavoratore con 20 anni di servizio.
Per l’USB, l’apertura della stagione contrattuale deve essere preceduta da stanziamenti concreti, così come è già stato fatto per banche e imprese, e non una semplice procedura formale, come proposto dalla CGIL, la quale ha chiesto l’apertura della contrattazione a prescindere dalle risorse economiche.
In riferimento alla chiusura degli Uffici Territoriali del Governo, già il 7 novembre 2012 questo Coordinamento Nazionale USB Interno, durante l’incontro tenutosi con l’ex Ministro dell’Interno Prefetto Cancellieri (comunicato del 9/11/2012), aveva dichiarato inaccettabile tale indirizzo e bocciato l’intera manovra con tutti gli effetti dannosi che l’arretramento dello Stato sul territorio andrà a determinare. Il 23 maggio scorso, quindi, l’USB P.I., rafforzando l’intervento di questo Coordinamento USB Interno, ha espresso netta contrarietà ai processi di “riorganizzazione” che in realtà nascondono chiusure di servizi e di uffici, con immaginabili conseguenze su lavoratori ed utenti.
Nell’incontro fissato per il 28 giugno prossimo con il Ministro della Funzione Pubblica D’Alia, l’USB P.I. tornerà a chiedere con forza la riapertura dei contratti insieme all’assunzione di tutti i precari, la re-internalizzazione dei servizi e di chi lavora nelle società appaltatrici e l’inapplicabilità della riforma Brunetta.
Roma, 30 maggio 2013