Martedì 31 gennaio una delegazione della USB Pubblico Impiego ha incontrato il presidente della 3-I SpA, Claudio Anastasio, e il capo del Dipartimento per la Trasformazione Digitale, Angelo Borrelli, nella sede di Largo Pietro di Brazzà a Roma. Un primo incontro interlocutorio, in attesa del piano industriale della società e delle deleghe che dovranno essere rilasciate al presidente.
Nel ringraziare per la disponibilità dimostrata ad aprire il dialogo con una delle forze sindacali che rappresentano le lavoratrici e i lavoratori di Inps, Inail, Istat, i tre enti che hanno costituito la società in house, la delegazione USB ha ricordato la propria contrarietà all’intero processo che, da subito, è apparso come un’operazione di esternalizzazione e privatizzazione dell’informatica pubblica delle tre amministrazioni coinvolte. La responsabilità principale, ovviamente, è in capo a chi ha inserito tale scelta nel PNRR per rispondere alle richieste di innovazione digitale nella pubblica amministrazione provenienti dall’Unione Europea. In questi mesi USB ha sempre sottolineato come si sarebbe potuto innovare restando in ambito pubblico, incentivando l’informatica pubblica e mettendo a fattor comune strategie e risorse.
Costituita formalmente la 3-I SpA per realizzare uno degli obiettivi fissati nel PNRR dai precedenti governi, con il cambio politico alla guida del Paese si è aperta tuttavia una fase di riflessione sul ruolo che la società dovrà svolgere. Lo aveva anticipato il Capo di Gabinetto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’incontro con USB nel corso dell’iniziativa di protesta del 17 novembre e la conferma è arrivata dal presidente Anastasio, che ha voluto rassicurare sul potere di controllo che avranno gli enti cumulativamente sulla governance della società e singolarmente sull’attività che li riguarderà direttamente.
Certo, sapere che ad occuparsi del dossier 3-I sia la KPMG, una delle società di consulenza che da anni condizionano l’innovazione organizzativa nella pubblica amministrazione, non di rado elaborando modelli avulsi dal contesto in cui vengono calati, non rassicura affatto. Come non rassicura sapere che nel 2023 l’attività principale della 3-I SpA sarà occuparsi di politiche attive, fornendo supporto alle scelte adottate dall’attuale governo in merito al reddito di cittadinanza. Temi e preoccupazioni che abbiamo rappresentato nell’incontro e rispetto ai quali è inevitabile che si registrino sensibilità diverse.
Il presidente Anastasio ha tenuto a sottolineare che, seppure giuridicamente classificata come società per azioni, la 3-I sarà equiparata ad un’amministrazione pubblica e le sarà assegnato un codice IPA, necessario agli operatori economici per rilasciare la fattura elettronica ad una pubblica amministrazione. Si è tornati così al tema con il quale è stata presentata alcuni mesi fa dagli enti interessati la nascita della società: nessuna operazione di esternalizzazione o privatizzazione ma piuttosto un processo di reinternalizzazione dell’informatica attraverso una società in house partecipata al 100% da Inps, Inail, Istat. Argomentazioni che non convincono e che non spostano il giudizio negativo sulla scelta fatta. L’inserimento di ISTAT nella 3-I continua a rappresentare un’incongruenza che apre riflessioni politiche sui reali obiettivi di tale scelta.
In attesa di conoscere il piano industriale della società è difficile parlare anche a grandi linee degli aspetti organizzativi e funzionali che riguarderanno le sedi di lavoro, il personale impiegato, gli aspetti retributivi e le sorti di chi non sarà disponibile al trasferimento. Anche per quanto riguarda il contratto collettivo nazionale di lavoro di riferimento nulla è deciso, anche se diverse fonti indicano in quello del commercio la cornice generale, a cui aggiungere specificità riferite al ruolo e alla particolare struttura funzionale. L’impressione è che sarà cercata la strada per rendere apparentemente attrattivo e corposo il passaggio alla 3-I SpA che, per il personale già in servizio negli enti, sarà inizialmente in via temporanea e su base volontaria.
Sorprende, comunque, come la costituzione della 3-I SpA non sia stata preceduta dalla realizzazione di un piano di valutazione dei rischi, all’interno degli enti coinvolti, per l’analisi preventiva degli impatti finanziari e organizzativi volti ad assicurare la mission istituzionale nel breve e lungo termine.
USB farà come sempre la propria parte, disponibile al confronto e aperta all’innovazione nell’interesse della funzione pubblica dei tre enti, dei lavoratori che vi operano e dei cittadini utenti, ma una cosa è certa: nessuna operazione di privatizzazione dell’attività pubblica, nessun eventuale tentativo di sottrazione di funzioni agli enti, troverà il sostegno del sindacato di base del pubblico impiego.
USB Pubblico Impiego
Roma, 3 febbraio 2023