Nella giornata di ieri 11 giugno Usb ha indetto uno sciopero e organizzato un presidio presso la sede della Regione Lazio, al fine di sollecitare la stabilizzazione dei 167 dipendenti provenienti da Capitale Lavoro Spa, in affitto di ramo d’azienda nella partecipata della Regione Lazio Laziocrea Spa. Almeno fino al 31 dicembre 2020.
Il suddetto personale opera nei CPI della ex Provincia di Roma da almeno 16 anni, svolgendo le medesime mansioni dei loro colleghi di ruolo della Regione. Allo scadere dell’affitto del ramo d’azienda rischiano il posto di lavoro poiché non è stata garantita loro alcuna tutela.
USB sostiene che l’internalizzazione di questo personale sia la soluzione più auspicabile, anche e soprattutto in vista del piano di rafforzamento dei centro per l’impiego - la quota parte della Regione Lazio è di 417 nuove unità, con la stabilizzazione di 167 unità di personale aggiuntivo, come stabilito dalla legge n. 145 del 30/12/2018 -.
USB ritiene che questa 167 unità di personale aggiuntivo da stabilizzare siano i lavoratori in affitto come ramo d’azienda di Capitale Lavoro e pertanto ne chiede l’internalizzazione presso i ruoli regionali.
In mattinata una delegazione USB è stata ricevuta dallo staff dell’Assessore al Lavoro. Nel corso dell’incontro siamo stati informati dei prossimi concorsi per assumere personale nei cpi della Regione Lazio, in particolare sono previsti tre bandi nel triennio 2019-2021 rispettivamente per assumere 350, 273 e 167 persone. Dalla discussione è emerso chiaramente che le 167 unità del personale aggiuntivo del Lazio, utile al rafforzamento dei cpi, è il personale di Capitale Lavoro in affitto. Ci è stato anche detto che a differenza del personale aggiuntivo delle altre regioni, i 167 lavoratori di Capitale Lavoro non possono essere stabilizzati in quanto non hanno un contratto di lavoro a termine diretto con la Regione, ma che l’unico modo per continuare a farli lavorare è stato quello di essere inseriti nel personale aggiuntivo e usufruire dei relativi finanziamenti per sostenere l’affitto di ramo d’azienda. Questo in quanto la legge non prevede altre soluzioni.
Abbiamo sottolineato che la loro condizione è anomala in quanto svolgono le stesse mansioni del personale di ruolo, e sono stati inseriti nel personale aggiuntivo come i contrattisti a termine dei cpi ma non possono essere stabilizzati perché formalmente sono personale privato di supporto ai cpi, con un rapporto di lavoro a tempo indeterminato .
Abbiamo informato che per risolvere questa situazione si poteva usare la forma giuridica dello ius penitentis, dove l’internalizzazione come dipendenti pubblici avrebbe sanato questa anomalia. La controparte ha risposto che si devono muovere in base alle disposizioni di legge emanate dal governo e che in assenza non possono fare altro.
Abbiamo allora chiesto che prospettive ci sarebbero potute essere allo scadere dell’affitto di ramo d’azienda, ma non hanno potuto darci una risposta.
E’ apparso a noi evidente che, stando le cose così, una volta fatte tutte le nuove assunzioni e scaduto l’affitto di ramo d’azienda, in assenza di indicazioni legislative chiare le prospettive occupazionali sono tutt’altro che rassicuranti.
Abbiamo chiesto alla controparte di farsi portavoce affinché durante l’affitto del ramo d’azienda da parte di Laziocrea siano mantenute tutte le condizioni economiche e normative preesistenti all’affitto derivanti dal ccnl nazionale, dal contratto integrativo e da tutti gli altri accordi presi tra l’azienda Capitale Lavoro e i sindacati, così come previsto dalle norme che regolano l’affitto del ramo d’azienda oltre a quelle indicate nel contratto di affitto che ci riguarda, che vanno ad incidere in particolare sulle malattie e gestione della banca ore.
USB continuerà la sua lotta al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici dei Centri per l'impiego per sanare una situazione anomala che li ha portati ad essere precari!
Unione Sindacale di Base Lavoro Privato