Sono anni che lavoriamo per eliminare nel mondo del lavoro la precarietà, i contratti di lavoro a mezz’ora o a mezza giornata..., per poi essere rimandati a casa - e lo faremo sempre, oggi a fianco dei lavoratori che per anni hanno prestato il loro servizio per lenire le afflizioni di chi si è rivolto alla sanità catanzarese. Noi non ci fermiamo, lo abbiamo fatto per altre categorie ( molte .. ) oggi siamo al vostro fianco. Un diritto è un diritto.
E se il governo non si esprime o produce atti illegittimi lo contrasteremo. E così è! Innanzitutto, vi chiediamo dopo questa giornata di rivederci e costruire un percorso di lotta e stabilire quali modalità di intervento da perseguire contro le mancate modalità perseguite dall’ azienda sanitaria per le stabilizzazioni, probabilmente conseguenza anche del piano assunzionali concordato in altri tavoli ....e da noi fortemente e motivatamente osteggiato.
Vorremmo ricordare per nostra memoria che in diversi altri enti questa categoria (sanità ) cosi come altri enti pubblici sono stati inclusi in stabilizzazione senza concorso, NON è concepibile che una struttura sanitaria REGIONALE come la nostra, abbia a disposizione solo 38 posti tra le varie categorie nella pianta organica.
Chi ha determinato tale scelta è la riprova che non conosce le esigenze sanitarie in questa regione basterebbe solo il dati della migrazione sanitaria per dare risposte a questi lavoratori che oggi vengono “buttati”, dopo tre anni di lavoro, fuori dall‘azienda – 350 MILIONI DI € CHE PAGHIAMO ALLE ALTRE REGIONI PER CUARARE I NOSTRI CONCITTADINI!!!
Come USB e Studio legale abbiamo chiesto un incontro anche in regione ciò al fin di individuare UNA sola via ..... Accordarsi, cambiare la delibera, assumere tutti i precari che per anni hanno prestato il loro servizio in ospedale con l’obiettivo ultimo della stabilizzazione e predisporre le modalità per assumere tutti i vincitori dei concorsi.
Senza illeciti o concorsi truffa a favore di amici da sistemare .
Noi non ci fermeremo davanti a niente, e porteremo i vertici, qualora le richieste dei lavoratori non saranno accettate, fino alla Presidenza del Consiglio ed oltre!!
Catanzaro 6 marzo 2019
il coordinamento confederazione A. J
Ordini non ne prendiamo! USB il 6 marzo - mobilitazione nella sanità
OGGI - Mercoledì 6 marzo l’Unione Sindacale di Base lancia la campagna di mobilitazione nazionale per difendere i lavoratori della Sanità dagli effetti perversi della cosiddetta legge Lorenzin, sulla quale il governo in carica lavora in stupefacente continuità con il precedente esecutivo.
Nel mirino della riforma, il cui varo è stato accompagnato da aulici proclami, sono finiti come al solito i lavoratori e con loro i cittadini tutti che già hanno difficoltà ad accedere alle cure e che ora, grazie a riorganizzazioni anche territoriali, vedono ulteriormente compressa l’erogazione dei servizi. Si chiama “attacco al welfare” e si attua attraverso strumenti noti:
• guerra ai salari
• assalto alle condizioni di vita e di lavoro
• compromissione della salute e della sicurezza sul lavoro
• frazionamento e precarizzazione del lavoro
• politiche di austerità̀ imposte dalla UE
• riduzione degli spazi democratici per il dissenso e la conflittualità̀ sociale
In particolare la legge Lorenzin crea il “maxiordine” delle Professioni sanitarie, che assorbe ben 17 albi professionali, da aggiungersi a quelli preesistenti degli infermieri e ostetriche, dei tecnici sanitari di radiologia medica e di assistente sanitario. Tecnicamente un mostro che riguarda alcune centinaia di migliaia di lavoratori.
Il “maxialbo” si chiama “Ordini dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione”. Prevede l’iscrizione obbligatoria per tutti i professionisti dipendenti (pubblici e privati) e i liberi professionisti. Dietro versamento di una quota associativa, variabile da regione a regione, di alcune decine di euro, che riduce di fatto il già risibile aumento dell’ultimo (e scaduto) contratto del settore.
USB dice no al balzello: che siano le aziende sanitarie, pubbliche e private, a pagare la “tassa governativa” sulla sanità.
USB dice no a un modello di sanità basato soltanto sulla quadratura dei bilanci a spese di lavoratori e cittadini.
USB dice no alla destrutturazione del Servizio Sanitario Nazionale e all’allontanamento dei centri decisionali dalle realtà territoriali.
USB si mobilita a partire da mercoledì 6 marzo con presidi e volantinaggi in tutte le realtà territoriali:
• contro il precariato e l’esternalizzazione dei servizi,
• per la costruzione di un Consiglio delle Professioni della Sanità che sia strumento di unità,
• per un Coordinamento nazionale degli Operatori Socio Sanitari affinché trovino giusta collocazione nel settore,
• per la sicurezza e il benessere dei lavoratori
• per la parità di genere, alla vigilia dello sciopero nazionale dell’8 marzo organizzato da Non Una Di Meno che ci vede come sanità in prima line, in un settore in cui le donne rappresentano il 63,8% del personale
E al governo ricordiamo che ordini non ne prendiamo.
f.to x la USB -Jiritano