Quello alla Salute non è un diritto minore, occasionale o residuale. Vogliamo che diventi un caposaldo fondamentale della Repubblica, fondata sul lavoro e sul riconoscimento di valori universali.
I tagli come strategia di razionalizzazione della spesa sanitaria hanno mostrato tutta la loro inadeguatezza ed inefficacia: a dirlo è la Corte dei Conti (“la spendingreview sta mettendo a rischio l’accesso dei cittadini ai servizi sanitari”) e lo ribadisce l’ISTAT (“aumento della mortalità nel 2015, 54 mila decessi in più rispetto al 2014”). I dati parlano chiaro: 12 milioni di italiani, nel 2016 hanno dovuto rinviare, rinunciare o limitare il numero delle prestazioni sanitarie perché non se lo possono permettere, sono coloro che non avendo diritto all’esenzione non hanno neppure i soldi per pagare il ticket. Lo stesso trend si registra in Sardegna: Qui la Sanità negata è in costante aumento, secondo il Censis, 250mila sardi hanno dovuto rinunciare alla sanità pubblica. A questo disastro sociale si deve aggiungere l’insano progetto di eliminare i presidi ospedalieri dei piccoli centri aumentando quindi le distanze fra i cittadini ed i servizi contribuendo così alla desertificazione di ulteriori territori ed il tutto per incentivare la sanità gestita da privati con pubblico danaro!
I pensionati non sono avanzi di società o rimasugli da considerare come un peso da portare sulle spalle del quale “qualcuno” vorrebbe farne volentieri a meno. I pensionati sono una ricchezza e un patrimonio per le famiglie e la società. I pensionati e gli anziani, hanno diritto e reclamano una vita dignitosa. Essi non si rassegneranno a fungere da bankomat per i governi di turno e per questo reclameranno in ogni sede e con ogni mezzo la restituzione dell’iniquo ed incostituzionale scippo che va sotto il nome di mancata perequazione operato dalla Fornero e da Renzi.
La povertà è oramai una costante nella vita dei pensionati sardi. Povertà causata dagli innumerevoli aumenti del costo della vita e mancata perequazione delle pensioni aggiungiamo che per l’anno appena iniziato si prospettano aumenti insostenibili soprattutto per i generi di prima necessità. La media degli importi erogati nelle province sarde per pensioni sono sotto la media nazionale. La povertà aumenta anche a causa del mal funzionamento della Sanità Pubblica che costringe i pazienti a rivolgersi alla Sanità privata a costo di sacrifici economici notevoli. Ci piace ricordare che un maggiore impegno da parte dell’Amministrazione Pubblica sarebbe un vantaggio, oltre che sociale, anche economico. Per ogni euro speso nella sanità se ne genera 1,7. Perché allora la sanità non diventa un elemento di crescita e ripresa con investimenti mirati esclusivamente alle prestazioni sanitarie? oltre al risparmio c'è un messaggio sociale chiaro, la rinuncia al diritto alla salute in un nuovo modello sociale liberista imposto dalle banche e dall’Europa. Nonostante una progressiva e consistente riduzione delle prestazioni, la spesa complessiva aumenta, sembra questo un paradosso ma non lo è: il dato di fatto è che: si gonfiano i servizi ceduti alle aziende private, appalti, consulenze convenzioni riducendo così le prestazioni ed alimentando le spese per corruzione, che si scopre tale solo quando esplodono le inchieste giudiziarie.
Come pensionati esigiamo rispetto e riteniamo che il compito della politica non è solamente quello di operare tagli ragionieristici o accorpamenti di A.S.L. al solo scopo di far quadrare i bilanci, noi pensiamo che il compito principale dei nostri Amministratori Sardi, soprattutto l’Assessore alla Sanità, sia quello di soddisfare i bisogni di accesso alle prestazioni della domanda sanitaria dei cittadini e dell'assistenza sociale, che in Sardegna sta regredendo sempre di più.
Per cancellare la barriera che divide coloro che rinunciano dalle persone che invece hanno la possibilità economica di rivolgersi al privato, CHIEDIAMO AI POLITICI E AGLI AMMINISTRATORI SARDI di eliminare gli odiosi tickets, di eliminare le infinite liste d’attesa, di ampliare l’offerta sanitaria aprendo al settore odontoiatrico gratuito, e aumentare seriamente con conseguente copertura finanziaria i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), di potenziare la prevenzione sanitaria in modo serio che contrasti l’insorgenza delle malattie e non per far fare profitti ai potentati della sanità privata e delle case farmaceutiche.
CHIEDIAMO infine che gli inoccupati vengano esentati dal pagamento degli odiosi ticket sanitari.
USB/RdB Pensionati - Federazione Regionale Sardegna
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