Mentre nella sede della Regione Lazio si siglava il protocollo d’intesa tra Regione, CRI e ARES, qualche KM più in là, nella sede del Ministero della Salute, il Ministro presentava la bozza di decreto legge che prevede la privatizzazione della CRI, la vendita del suo patrimonio immobiliare, il licenziamento dei precari (in servizio da 10/20 anni) e la messa in mobilità dei dipendenti a tempo indeterminato .
Un percorso, quello previsto dal decreto legge, che porterà la CRI entro il 2014 ad essere costituita unicamente dai volontari.
Non ci vuole quindi un genio a capire quello che sta succedendo, basta ricordare l’elementare regola transitiva: se cediamo 45 postazioni del 118 alla CRI che a sua volta è in via di privatizzazione vuol dire che stiamo cedendo un bel pezzo di servizio sanitario pubblico ai privati e ai volontari!