Il congresso di USB Pubblico Impiego che si è svolto il 4 e 5 maggio a Montesilvano, ha costituito un importante momento di verifica e di valutazione della nostra presenza in tutti i settori della pubblica amministrazione e di aggiornamento del dato organizzativo.
I circa 250 delegate e delegati, eletti in migliaia di congressi aziendali e territoriali in rappresentanza di tutti i settori della pubblica amministrazione e di tutte le regioni, oltre 60 interventi nei due giorni dei lavori, hanno evidenziato quanto le politiche di austerity imposte dalla Troika ed in particolare dalla UE abbiano avuto in questi ultimi tre anni una ricaduta immediata sulle condizioni dei lavoratori pubblici e sulla pubblica amministrazione.
Un quadro, quello descritto dai vari interventi, fatto di perdita costante e generalizzata di diritti e di salario che i vari governi, sia di centro destra che di centro sinistra, che si sono succeduti in questi anni, hanno contribuito a determinare con la complicità dei sindacati amici.
I vari interventi hanno evidenziato come a questi attacchi la USB abbia risposto con una quotidiana attività di organizzazione del conflitto sindacale nei singoli luoghi di lavoro e mettendo in campo iniziative a carattere generale, rivolte ai cittadini utenti, insieme ai quali ci si continua a mobilitare in difesa della funzione sociale della pubblica amministrazione.
Gli interventi dei delegati e delle delegate della sanità e degli enti locali che lottano contro i processi di privatizzazione e contro i tagli alla spesa pubblica, quelli dei delegati e delle delegate del parastato in difesa della previdenza pubblica, dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola, dell’università e della ricerca che pur essendo settori strategici subiscono un inarrestabile depauperamento, così come quelli dei ministeriali che vengono colpiti dalla spending review, hanno dato vita ad un dibattito intenso ed articolato.
L’unità di tutti i settori nella categoria unica di pubblico impiego, scelta questa rafforzatasi con il Congresso, ha fatto sì che si riuscisse a definire una piattaforma di lotta con la quale chiamare alla mobilitazione tutti i lavoratori con una prima importante iniziativa nazionale per il 22 maggio prossimo.
In quella data è prevista infatti una manifestazione nazionale in piazza Montecitorio, rivolta al Governo Letta e ai parlamentari neo eletti per rivendicare: l’apertura immediata dei contratti congelati da oltre quattro anni, l’assunzione di tutti i precari e dei vincitori dei concorsi pubblici già espletati, la fine dei processi di privatizzazione e la reinternalizzazione dei servizi e dei lavoratori in appalto, la cancellazione dell’odiosa normativa “Brunetta”.
Una prima importante mobilitazione di un percorso che potrà poi unirsi a quello che le altre categorie organizzate in usb stanno portando avanti, fino ad arrivare alla possibilità di uno sciopero generale.
A partire dalla conferma dei dati elettorali RSU che assegnano ad USB, in un contesto molto difficile, un risultato in crescita ed unico nel panorama del sindacalismo conflittuale, il congresso ha discusso, senza mai cadere nel formalismo rituale, di come rafforzare l’organizzazione per svolgere appieno la funzione di sindacato nazionale, generale, conflittuale e di classe alternativa al modello consociativo e complice di CGIL-CISL-UIL.
L’esigenza di un ambito confederale sempre più forte è emersa, oltre che in molti interventi, dalle parole di Francesco Rizzo della USB dell’Ilva e di Daniela Rottoli della USB del S. Raffaele di Milano che hanno parlato ad una platea molto attenta, partecipe, emozionata ed orgogliosa di sentirsi parte di un sindacato che anche nelle situazioni più dure non china la testa.