I lavoratori dell’ASP Golgi – Redaelli, che assistono i pazienti anziani nelle loro strutture geriatriche, perdono la pazienza e protestano in un presidio, organizzato dall’USB, anche per le mancate assunzioni.
“E’ ormai da quasi tre anni che stiamo chiedendo all’azienda semplicemente il rispetto dell’accordo sottoscritto nel 2010 sul salario accessorio ma l’azienda, spalleggiata di fatto dalle altre organizzazioni sindacali, continua imperterrita e unilateralmente nel suo atteggiamento arrogante e illegittimo, rifiutandosi di mettere nei fondi salariali il milione di euro che manca” a parlare è Francesco Innocente, coordinatore della RSU aziendale e dirigente regionale dell’USB che continua “si tratta di circa mille euro all’anno che, dopo nove anni di blocco del contratto, servirebbero moltissimo ai lavoratori, già in enorme difficoltà economica”
Ma i problemi sono anche altri: “L’azienda il 1 gennaio 2016 ha adottato un nuovo programma per redigere le buste paga dei dipendenti. Da allora non c’è stato un mese nel quale le buste paga siano risultate corrette. Possiamo dire che ogni mese c’è né una; mancano le indennità, le ore straordinarie, le ferie residue e molto altro. Per i lavoratori il 27 del mese è diventato il giorno fisso in cui recarsi in segreteria del personale, una vera via crucis. Spesso gli stessi impiegati delle segreterie si ritrovano con gli errori sullo stipendio; insomma pare non vi sia via d’uscita. Poteva essere comprensibile che ci fossero degli errori nei primi mesi in cui era entrato in uso il programma, ma a distanza di ben due anni non è più comprensibile e neanche accettabile. Molti lavoratori ci stanno rimettendo parte dello stipendio, perche spesso le soluzioni agli errori non si riescono a trovare. Per cui i lavoratori riuniti oggi in assemblea presidio chiedono si ritorni al programma che veniva usato prima dell’introduzione del malefico attuale”
E infine il tasto più dolente: “Non ci sono più assunzioni da diversi anni, il personale è troppo poco per accudire i molti pazienti ricoverati nelle strutture amministrate; troppo poco e ormai stremato. Di contro, si precarizzano i rapporti di lavoro, facendo ampiamente ricorso (e ben oltre i capitolati d’appalto) alle cooperative esterne che sfruttano i lavoratori senza ritegno e a contratti a partita IVA. Nulla di quanto sopra è accettabile e la protesta andrà avanti ad oltranza.”
f.innocente@usb.it