Nel triennio 2012-2014 l’INPS dovrà fornire al Governo risparmi strutturali per 1,2 miliardi e, a regime, 533 milioni all’anno a partire dal 2014. Cifre enormi, scaturite da misure di contenimento della spesa come la Spending Review e la Legge di stabilità 2013, che hanno già causato la mancata spedizione dei CUD ai pensionati e il taglio delle visite fiscali, con la perdita di mille posti di lavoro dei medici.
Ad aggravare ancora di più una situazione già difficile è il Collegio dei Sindaci dell’INPS che ha bocciato il piano di risparmi presentato dall’ente nel bilancio di previsione 2013, chiedendo un taglio di 100 milioni dai fondi destinati alla produttività dei lavoratori che equivale a ridurre di 300 euro mensili le retribuzioni dei dipendenti dell’ente previdenziale.
“Si vuole mettere in ginocchio un pilastro dello Stato sociale – denuncia Luigi Romagnoli dell’Esecutivo nazionale USB Pubblico Impiego – e umiliare i lavoratori dell’INPS”.
Il dirigente sindacale dell’USB si rivolge ai Sindaci dell’INPS – “Tagliate innanzitutto i vostri privilegi, come l’uso disinvolto delle automobili di servizio o l’autocertificazione delle ore di lavoro per avere il buono pasto”.
“L’INPS non può continuare ad essere la cassaforte del Governo – prosegue il sindacalista – i contributi dei lavoratori devono essere spesi per prestazioni e servizi e non per ripianare il debito pubblico”.
“Abbiamo avviato le procedure per andare allo sciopero dei lavoratori dell’INPS – conclude Romagnoli dell’USB – E’ dagli operatori della previdenza che deve partire un forte allarme sullo smantellamento del sistema previdenziale pubblico. Ma siamo pronti a qualunque iniziativa per difendere i servizi per i cittadini e gli stipendi dei lavoratori dell’ente”.