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comunicati USB CRI

USB scrive a Renato Balduzzi - Ministro della Salute


Oggetto: proposte USB in merito allo schema di decreto legislativo di riordino della Croce Rossa Italiana

In più occasioni la scrivente Organizzazione Sindacale ha avuto modo di rappresentare la più profonda contrarietà ai principi ispiratori dello schema di riordino in oggetto. Naturalmente non siamo contrari all’idea che l’Associazione della Croce Rossa Italiana si strutturi, finalmente, secondo i principi ispiratori della Società Internazionale della Croce Rossa e Mezza Luna Rossa, bensì restiamo attoniti nel costatare che tali principi vengano utilizzati a giustificazione di un percorso che ci restituirà una Croce Rossa certamente diversa da come siamo stati abituati a conoscerla in termini di funzioni e prerogative ma pesantemente impoverita della sua struttura portante: i lavoratori e le lavoratrici che ne hanno caratterizzato ruoli e funzioni, per decenni.

 

            Duole peraltro costatare che quei citati principi fondativi, fulcro del movimento internazionale della Croce Rossa, si palesano in forte contraddizione con un processo di riordino che continua a prevedere ruolo e funzioni di un contingente di appartenenti al Corpo Militare;  200 unità con le quali la CRI “assicura le funzioni ausiliarie e concorre agli impieghi di protezione civile” ledono il principio di autonomia dai governi e dai parlamenti, che viene meno proprio in conseguenza della elevata professionalità che il personale CRI, e non solo 200 Militari, sa garantire.

 

            Giova inoltre ribadire che le attuali condizioni della Croce Rossa Italiana, da anni soppesate quasi esclusivamente in termini di disavanzo economico,  non sono il frutto dell’inadeguata sovrapposizione di ruoli e funzioni tra i lavoratori e le componenti di volontariato, bensì il frutto di scellerate, quanto contestate e redarguite scelte politiche, delle quali il Ministero, da Lei solo ora diretto, ha piena responsabilità: in primis per non aver adeguatamente vigilato e non ultimo, per aver contribuito a far sopravvivere una modalità di gestione, quella commissariale, che solo in brevi periodi ha saputo apportare benessere organizzativo e gestionale. Una migliore assunzione di responsabilità degli organi vigilanti, potrebbe ancora oggi spostare l’asticella delle compatibilità verso soluzioni eque.

 

            Le politiche di gestione del personale, che non hanno saputo tener conto delle necessità formative e di riqualificazione professionale, hanno visto il fiorire ed il continuo riproporsi, di contratti a termine legati ad affidamenti e/o convenzioni; fenomeni retributivi – fatti di persone in carne ed ossa e professionalità acquisite – che oggi rischiano di dissolversi in un panegirico di soluzioni economicamente compatibili con la crisi ma non certo con i diritti acquisiti da quanti hanno contribuito ad elevare il valore ed il prestigio della Croce Rossa Italiana. Ipotizzare un riassorbimento di ruoli, funzioni, tecnologie e personale direttamente nell’alveo delle strutture pubbliche che hanno già sviluppato, o stanno sviluppando, convenzioni con la CRI, potrebbe ancora oggi essere la soluzione più valida, compatibile con i diritti acquisiti delle lavoratrici e dei lavoratori precari e vantaggiosa in termine di garanzia dei servizi svolti.

 

L’evolversi della situazione economica del Paese poi, rende sempre più improbabile qualsiasi fenomeno di ricollocazione dei livelli occupazionali del personale dipendente, relegandone le ipotesi di sopravvivenza a dinamiche politiche e clientelari, sempre presenti e mai assopite, alle quali solo un timido riposizionamento dell’attuale Governo sembra averne rallentato i processi. Resta tuttavia facile ipotizzare che strumenti come le sperimentate e non funzionali cabine di regia sulla mobilità,  ripropongano soluzioni contestabili e poco trasparenti, utili solo a compensare la perdita di ruolo di Organizzazioni Sindacali funzionali alle politiche di compatibilità. Il personale dipendente della CRI ha diritto ad usufruire di percorsi professionalizzanti che ne accrescano il valore all’interno del sistema di assistenza, aiuto e solidarietà che, se sottratto alla Croce Rossa, va comunque ricollocato nell’alveo della pubblica amministrazione.

 

Da ultimo, non per importanza, va debitamente considerato il peso che la Croce Rossa Italiana ha assunto in campo socio-sanitario. Sarebbe