Dopo le numerose segnalazioni pervenute dalle scuole di Roma, Milano, Bologna, Frosinone, USB Scuola ha scritto all’Istituto Superiore di Sanità chiedendo di verificare la conformità delle mascherine prodotte da FCA e distribuite, sia nella versione per bambini che per adulti, nelle scuole italiane. Un’iniziativa avviata grazie alla collaborazione con il gruppo di lavoro sulla sicurezza di Rete Iside, dopo la realizzazione dell’e-Book “Sicuri, a scuola”.
Queste le principali problematiche emerse dalle segnalazioni:
- La forma della mascherina e l’assenza di un “fermaglio pieghevole” per il naso rendono difficile capire la modalità corretta d’utilizzo.
- Le “fascette di fissaggio”, dietro la nuca, rendono difficile indossare e togliere la mascherina; difficoltà che aumenta quando ad usarle sono gli studenti, in particolare quelli delle scuole primarie. Se si tiene conto che uno studente in media toglie e indossa la mascherina 7-8 volte nel corso di una giornata, appare evidente come queste possano essere utilizzate in modo non corretto. A tali problemi si aggiungono la progressiva perdita di elasticità delle fascette, dopo qualche ora di utilizzo, e della loro rottura causata dalla difficoltà per toglierla e indossarla.
- L’assenza del "fermaglio pieghevole” sul naso le rende meno stabili, non aderiscono bene al viso e, di conseguenza, non garantiscono un livello adeguatodi protezione sia in entrata che in uscita.
- La scarsa aderenza al viso, con all'assenza di un dispositivo con banda “antifogging” di rinforzo posta nella parte superiore, provoca frequenti appannamenti degli occhiali rendendo difficile l’utilizzo per chi ha problemi di vista.
Questi fattori determinano un livello di protezione non adeguato per chi le utilizza, tanto che sia gli insegnanti che gli alunni preferiscono utilizzarne di proprie, inficiando però in questo modo il livello di uniformità di prevenzione del contagio.
Il fatto che le Istituzioni pubbliche forniscano ogni giorno alle scuole milioni di mascherine di difficile utilizzo, acquistate da Fca, riduce fortemente l'efficacia di una delle misure primarie per la prevenzione del: la protezione delle vie respiratorie.
Chiediamo quindi all’Istituto Superiore di Sanità, in quanto deputato alla certificazione, di verificare empiricamente la "veridicità" dei problemi descritti e ad adottare delle misure affinchè FCA Italy S.p.A produca mascherine veramente conformi alle normative di riferimento, che rispettino i requisiti di usabilità e vestibilità e garantiscano una protezione adeguata dal rischio di contagio da Sars-Cov-2.
In allegato la lettera inviata all’ISS
USB Scuola
13-11-2020