Nella serata di ieri, 10 marzo, CISL, UIL e ANPRI hanno firmato l'ipotesi di accordo per il secondo biennio economico 2008-2009 del contratto degli Enti Pubblici di Ricerca (testo disponibile su www.usirdbricerca.it) che prevede incrementi a dir poco irrisori (in media: 129,70 euro lordi, per ricercatori/tecnologi e 77,90 lordi, per tecnici/amministrativi).
Le richieste di USI/ RdB di aumentare le risorse per azzerare l'effetto dei tagli al salario accessorio (-10%) introdotti dalla Legge 133/08 non sono state accettate e hanno portato la nostra organizzazione a non siglare l'ipotesi di accordo.
Soprattutto per tecnici e amministrativi, ma anche per ricercatori e tecnologi, i miseri aumenti salariali verranno in gran parte assorbiti dalla riduzione del salario accessorio e dalle trattenute in caso di assenza per malattia.
L'accordo, inoltre, destina ingenti risorse (circa 20 euro di minore aumento medio pro-capite) per accorciare 2 fasce stipendiali di lunga "degenza" per i ricercatori/tecnologi (le fasce da 17 a 22 anni e oltre i 30 anni vengono ridotte di un anno). In realtà, si tratta di risorse sproporzionate rispetto alla consistenza del fenomeno, come puntualmente contestato nel corso della trattativa di ieri, a tavolo unitario, dalla delegazione di Usi/RdB. L’Aran e i firmatari dell’accordo hanno ignorato i rilievi che verranno riproposti nelle sedi competenti, perché non è ammissibile che risorse destinate ai lavoratori, diventino economie per gli enti.
L'accordo, invece, dimentica completamente la maggior parte dei ricercatori/tecnologi con anzianità di livello tra i 3 e i 17 anni.
Ma non finisce qui, i firmatari proprio nel momento in cui più evidente risulta la "truffa" della previdenza integrativa, rinverdiscono un articolo del ccnl 2002-2005 per aumentare il "prelievo" ai danni dei lavoratori.
USI/RdB Ricerca, unica sigla sindacale degli Enti di Ricerca che sin dallo sciopero del 20 giugno 2008 si contrappone alle politiche del governo in carica, non ha ritenuto di firmare un simile contratto che, come detto, introduce il taglio del salario accessorio e dà il benservito alle aspirazioni di miglioramento della maggior parte dei ricercatori.
E questo è certamente un motivo in più per rilanciare l'azione contro il governo con la manifestazione del 28 marzo 2009, consci che a pagare i costi di una crisi frutto di politiche economiche dissennate non debbano essere sempre e solo i lavoratori.