[...] Il tutto è partito dall’attivazione della DP di Belluno che, su indicazione della DRE, ha emanato un´o.d.s. che, dalla sera alla mattina, riduceva la flessibilità in entrata, cui conseguiva, giustamente, l´indizione dello stato d´agitazione a Belluno richiesto dall´assemblea dei lavoratori.
A quel punto è subito risultato chiaro il vero obiettivo della Direzione Regionale, che ha voluto portare a compimento quello che non gli era riuscito nel 2007: un accordo quadro Regionale sull´orario di lavoro che limitasse gli spazi di autonomia rilasciati dal CCNL alla contrattazione locale.
Sotto il ricatto del taglio della flessibilità in entrata a Belluno è stato siglato, non da RdB (non abbiamo mai accettato né il ricatto, né l’ipocrisia di chi richiamava al senso di responsabilità), l´accordo regionale del 3 novembre 2009, che ha finito per mettere il cappio al collo di tutte le trattative locali.
La transitorietà dell’accordo regionale era un inganno troppo facile da intuire. Quale Dirigente potrà mai accettare le rivendicazioni dei lavoratori, quando comunque ha un accordo regionale, sottoscritto dai Sindacati, dietro il quale trincerarsi?
E´ del tutto evidente, infatti, che l´accordo del 3 novembre mette anche una pietra tombale sulle specificità territoriali (è il caso di Verona che attualmente ha l´apertura pomeridiana degli sportelli di una sola ora ma spalmata su 4 giorni)! Il tutto senza che i firmatari dell’Accordo del 3 Novembre abbiano preso in considerazione l’ipotesi di consultare i lavoratori!
La trattativa locale così è diventata una partita truccata. Infatti, in caso di mancato accordo in sede locale, rimane in vigore l´accordo quadro regionale, che in un solo colpo ha cancellato accordi sulla banca delle ore migliorativi per i lavoratori (un esempio su tutte era quella di Padova 1), flessibilità in uscita, possibilità di effettuare recuperi senza obbligo di pausa pranzo etc. Per scardinare questo elemento abbiamo avuto una sola arma a disposizione: la mobilitazione dei lavoratori ed il protagonismo delle RSU. [...]
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