Per l’USB non è possibile ridurre tutto al solito teatrino di compromessi al ribasso. Non è ammissibile tradire l’esito del referendum sui finanziamenti alle scuole private, né accogliere il rincaro del biglietto dell’autobus, né ora né a settembre.
Mentre CGIL, CISL e UIL si uniscono in una blanda richiesta di rinvio degli aumenti all’autunno, USB ha espresso un netto NO a qualsiasi ipotesi di aumenti, specie in una fase in cui si attuano politiche di abbandono del trasporto pubblico a fronte di stipendi d’oro per i dirigenti di Tper e mentre l’eliminazione di sprechi e cattiva gestione permetterebbe addirittura un abbassamento della tariffa.
Non è riuscito il tentativo del comune di attuare una “pugnalata alla schiena” nella disattenzione estiva dei bolognesi. Ieri USB si è fatta interprete della rabbia dei cittadini, interrompendo i lavori del consiglio comunale ed esponendo uno striscione contro la conferma dei finanziamenti alle scuole private e l’aumento del biglietto dell’autobus; scelte che realizzano il disegno di garantire i ricchi, facendo pagare le spese ai ceti popolari.
Nella protesta, insieme ai cittadini, ci siamo trovati affianco al Comitato No People Mover” che protestava contro il rincaro del biglietto dell’autobus e che si è unito all’USB nella difesa della scuola pubblica.
Sul referendum, il consiglio comunale, ha approvato un ordine del giorno presentato dal PD e votato anche da PDL e Lega che, di fatto, lascia immutato il sistema del finanziamento pubblico alle scuole private, inaugurando il “Governo delle larghe intese” anche a Bologna. A questo si è contrapposto un atto d’indirizzo presentato dal Movimento 5 Stelle, Sel e Gruppo Misto che puntava ad una progressiva cancellazione del finanziamento.
Così ieri è stata calpestata la volontà di 50000 cittadini che il 26 maggio hanno votato contro il finanziamento pubblico alle scuole private, gettando vergogna su tutta la città, proprio mentre tutto il paese aveva i riflettori puntati su Bologna.
Le mobilitazioni per la scuola pubblica e contro il rincaro dei biglietti proseguiranno. Mercoledì 31 andrà al voto una delibera proposta dalla giunta che prevede l’aumento delle tariffe ed una probabile riduzione del servizio di trasporto pubblico, che la giunta definisce “rimodulazione”.
La difesa del welfare e l’opposizione alle politiche di privatizzazione e di austerità proseguiranno nelle prossime settimane, unificandosi nello sciopero generale del 18 ottobre, quando le istanze dei lavoratori, dei disoccupati e dei pensionati si connetteranno in un’importante giornata di lotta.