Roma, 19/01/2017
L’infame accordo Almaviva arriva dopo anni di ripetute riduzioni del costo del lavoro e di negazione di diritti per incrementare l’ingordigia di profitto a tutti i costi, in un settore di grande sofferenza dove gli appalti al massimo ribasso l’hanno fatta da padroni insieme alle delocalizzazioni di molte attività.
Convinti che ci sia un limite oltre il quale umanamente non si può andare, siamo totalmente al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici che si sono opposti allo schiavismo economico e normativo voluto da Tripi e benedetto dalle segreterie nazionali CGIL CISL UIL di categoria, insieme al governo complice di tale scelta che ha abdicato anche al semplice ruolo di arbitro.
Il rinnovo in corso del CCNL delle Telecomunicazioni, come lo vorrebbero Asstel e le aziende di tlc, comprende le stesse richieste sulla riduzione delle retribuzioni e sul controllo a distanza, con analoga acquiescenza da parte di SLC-FISTEL-UILCOM-UGL che fingono di opporsi. Sosteniamo i lavoratori di Almaviva perché la loro lotta anticipa e procede parallelamente alla nostra richiesta di rifiuto del Jobs Act con cui vorrebbero normare il settore; per questo riteniamo sia indispensabile unificare la lotta e restituire ai lavoratori l’autodeterminazione che spetta loro di diritto!
Il 21 gennaio USB aderisce al corteo promosso dal “Comitato 1666 ex Almaviva”
Per sostenere:
· La riapertura del tavolo negoziale con il governo per il ritiro degli ingiusti licenziamenti. Le sole vertenze legali, per quanto legittime e doverose, non saranno sufficienti a restituire i posti di lavoro persi. Il Jobs Act, eliminando l’art.18, nasce soprattutto per sostituire il reintegro con una elemosina economica e questo va contrastato e impedito alla radice.
· Il non accoglimento della proposta dei “contratti di ricollocazione”, che non possono ritenersi ammortizzatori sociali e che ad oggi non hanno mai ricollocato nessuno, ma hanno solo ingrossato le casse delle intermediazioni dagli Enti di Formazione alle Agenzie Interinali.
· La piena assunzione di responsabilità da parte dei committenti sia pubblici che privati.
Nella Regione Lazio e nel Comune di Roma si sono persi troppi posti di lavoro a causa delle crisi di tanti settori produttivi e a seguito di processi di privatizzazione che hanno causato rincari dei costi e pregiudicato le sorti dei lavoratori. Ma non può essere più tollerabile che nel nostro territorio, assetato di competenze che potrebbero rendere servizi migliori e necessari alla cittadinanza, non si decida un serio piano occupazionale a partire dal rafforzamento delle municipalizzate.
BASTA CON LA DISOCCUPAZIONE, IL LAVORO NERO E PRECARIO
E’ ORA DI RESTITUIRE OCCUPAZIONE E DIGNITA’
IL LAVORO A ROMA NON DEVE PIU’ ESSERE MERCE DI SCAMBIO PER IL SISTEMA MAFIA CAPITALE!
USB Telecomunicazioni