Mercoledì 7 novembre, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, è ripreso il confronto tra Unicoop Tirreno e organizzazioni sindacali sulla vertenza apertasi dopo l’annuncio di voler chiudere 8 punti vendita nel sud del Lazio; negli incontri precedenti, dopo il riuscito sciopero dei lavoratori, si era registrata una parziale marcia indietro dell’Unicoop Tirreno che, annunciando di voler dimezzare il numero di punti vendita da chiudere, aveva accettato di confrontarsi con le organizzazioni sindacali per individuare le soluzioni idonee a evitare le chiusure e mantenere i livelli occupazionali, recependo anche l’invito a fornire i dati analitici dei negozi interessati, accompagnati da un piano industriale.
Con queste premesse si è avviato il nuovo incontro con la cooperativa, auspicando di poter fare passi in avanti, ma l’azienda, dopo aver fornito i dati analitici dei singoli negozi, invece di avviare il confronto per il mantenimento dei punti vendita e dei livelli occupazionali, ha rilanciato annunciando di non avere intenzione di recedere dalla chiusura di quattro negozi e che, anzi, ve ne erano altri tre che intendeva ristrutturare.
Unicoop Tirreno ha inoltre ribadito la volontà di rivedere al più presto l’integrativo aziendale, che interessa tutti i dipendenti, per poi tentare di addolcire la pillola con la dichiarazione che per quanto riguarda i livelli occupazionali è ancora in vigore l’accordo del 2017 che li garantisce e la cooperativa intende rispettarlo.
L’USB ha ribadito la necessità di trovare soluzioni atte a evitare la chiusura dei negozi il cui pieno funzionamento (rifornimenti, personale, promozioni, etc.) deve essere assicurato, per non determinare una chiusura di fatto di alcuni punti vendita, sottolineando inoltre come l’azienda si sia presentata senza un reale piano industriale, necessario per il rilancio delle attività dei negozi interessati, ma con l’esclusivo piano di tagli e sforbiciate di negozi.
Lo stesso vago impegno al mantenimento dei livelli occupazionali richiamato dall’azienda non può che sollevare perplessità, qualora la cooperativa non rinunciasse al piano di chiusura dei negozi, in quanto i lavoratori interessati sarebbero difficilmente ricollocabili in altri negozi visto che i tagli interesserebbero il sud del Lazio e che i punti vendita Unicoop Tirreno più vicini sono quelli di Roma.
Il confronto con Unicoop Tirreno proseguirà nei prossimi giorni ma è evidente che se l’azienda si ostinasse a perseguire con il suo piano fatto di tagli e sforbiciate, senza una reale garanzia per i livelli occupazionali, la parola non potrà che tornare ai lavoratori con nuove e più incidenti forme di mobilitazione.
USB Settore Commercio