Centinaia di persone fra lavoratori, soci e consumatori hanno protestato di fronte al Ministero dello Sviluppo Economico, contro la decisione di Unicoop Tirreno di cedere otto punti vendita nel sud del Lazio.
Alle 12:30 è stata ricevuta la delegazione Usb con Luca Paolocci, rappresentante commercio, Francesco Staccioli dell'esecutivo nazionale, Stefano Pollari rappresentante di Frosinone e Antonio Salvitti, rsu di Colleferro. La delegazione ha preteso il blocco di qualsiasi processo di vendita. È necessario un confronto a partire dal regionale, per arrivare al nazionale sul sistema cooperativo. Sulla stessa linea, l'assessore al lavoro della Regione Lazio, Di Berardino. "Torniamo a chiedere ad Unicoop di condividere le scelte per trovare soluzioni positive. Va presentato un nuovo piano industriale. Non vogliamo discutere della cessione. Vogliamo ragionare sulla loro riorganizzazione e il rilancio. La Regione Lazio continuerà a fare la propria parte a difesa del lavoro e dello sviluppo". Unicoop deve essere chiara su quali siano le future strategie aziendali. In particolare, dopo la firma lo scorso anno, dell'accordo triennale, che ha permesso alla cooperativa di usufruire dei contributi statali per cassa integrazione e mobilità. Contributi che, oggi, se Unicoop non rivede le proprie decisioni, risulterebbero un'appropriazione non opportuna. Castano del Mise ha dichiarato come, attualmente, la decisione di Unicoop sia la peggiore possibile, è necessario infatti non agire per singole vertenze, ma trovare soluzioni condivise, visto il contesto cooperativo in cui opera Coop. In aggiunta, l'azienda deve essere onesta, con dipendenti e soci, su cessioni e franchising che vanno di paripasso con una diffusione maggiore dei prodotti a marchio. È questa l'etica che dovrebbe distinguere Coop?
Fare profitti sulla vendita dei prodotti e disinteressarsi al Buon lavoro.
Le ultime decisioni aziendali fanno temere questo.
Pensiamo alla Campania, i lavoratori sono stati obbligati a rinunciare a diritti e salari degni, pur di mantenere il posto. Ad oggi due negozi sono stati ceduti e uno chiuso.
Oppure la mancanza di sicurezza e lo stress da lavoro correlato a cui Unicoop sottopone i lavoratori del sud del Lazio. I quali hanno già sperimentato la gestione privata dei punti vendita, ora sono nuovamente sotto il controllo Coop e domani potrebbero veder ridotti loro diritti o, addirittura, non avere più un lavoro.
Il Sindacato di Base non permetterà che questo avvengae apprezza il sostegno del Ministero che si è dichiarato pronto a qualsiasi tipo di aiuto e confronto.
Troppo è stato perso e concesso in questi anni. Unicoop Tirreno deve rimanere nel sud del Lazio.
Non saranno più i lavoratori a pagare le scelte sbagliate di dirigenti e aziende.
Il tavolo è ancora aperto in attesa della risposta di Unicoop alla richiesta dell’Unione Sindacale di Base.
Aderente
alla FSM