I tagli inflitti alla categoria ricadono direttamente sulla popolazione e quindi ai cittadini; i pompieri, si rivolgono distribuendo un volantino che descrive in maniera chiara i numeri a cui si va incontro.
Un vigile del fuoco ogni 15.000 abitanti, sedi aperte di giorno e chiuse di notte, volontari (formati alla buona) in servizio e professionisti presenti solo nei grossi centri di maggior richiamo mediatico; ecco il vero volto di queste riforma.
Ma oggi gli operatori del soccorso sempre più avviliti e precarizzati, chiedono il rispetto del loro mandato di “salvaguardia” denunciando il loro attuale stato di lavoratori ormai messi alla berlina. Contro chi ci voleva inviare a morire con l’arrivo della nave dei veleni proveniente dalla Siria.
Costretti a turni massacranti, a servizi senza attrezzature adeguate, ad essere operatori sballottati da una parte all’altra del paese sempre a caccia della soluzione ottimale che serva al governo per giustificare il proprio “fare”; oggi i vigili hanno deciso di denunciare la loro “ormai” realtà che circonda, quotidianamente, il loro servizio.
Cittadini meno sicuri e servizio pubblico sempre più privatizzato è la vera faccia della politica della spending review. Ed è per questo motivo che gli “angeli del soccorso” (così chiamano i vigili del fuoco) oggi hanno deciso di manifestare.
La settimana prossima, 14 marzo, i VVF scenderanno nuovamente in piazza, tra la gente, al fianco dei lavoratori della Pubblica Amministrazione per manifestare il disappunto contro i continui tagli al comparto, ai servizi pubblici.