Avremmo voluto parlare come vigili del fuoco come tutelare il territorio, in Italia, visto che un comune su tre è ad elevato rischio di dissesto idrogeologico. Le singole aree a più alto rischio sono 11.468. Il fabbisogno per queste emergenze è elevato, le frane interessano quasi 6.800 aree, mentre il pericolo alluvione si riscontra in quasi 2.700 zone. Un monito che cade puntuale in un periodo di lunga siccità e che naturalmente è sempre seguito, come ormai accade con frequenza, da piogge di notevole portata. Ma in questo momento siamo impegnati nella emergenza e non abbiamo proprio il tempo di approfondire l’argomento.
Possiamo solo riassumere il tutto dicendo che l’attività esclusiva del vigile del fuoco è quella di tutelare l’incolumità umana e salvaguardare i beni… dirigenti permettendo !!! …si perché quello che è successo in questi giorni a Genova solo un manager come il dirigente rampante odierno poteva combinarlo…!!!
Sicuramente si è rifatto alla “collezione dei regolamenti della real marina” anno 1841 n°266, infatti il giorno dell’alluvione non era nemmeno presente in sede perché la prevenzione o previsione di eventi, a quanto pare, non è materia che lo riguarda.
Ma quando ha preso “il timone” ha adottato il regolamento sopra citato ed ha inviato il personale con una lucidità gestionale diremmo ottima. Spostando di fatto, come delle pedine impazzite, quello di sotto sopra .. quello di sopra sotto… quelli di ovest ad est e quelli di est ad ovest … e chi non ha nulla da fare si deve muovere di qua e di là… nei limiti del possibile in maniera circolare tanto da rendere l’idea di massimo movimento!!!!
Tanto per rendere l’idea i lavoratori Vigili del Fuoco sono stati inviati senza alcun criterio sulle zone alluvionate, con risultati tipo personale che ha lavorato per oltre 48 ore di seguito senza alcun cambio a confort, colonne mobili fatte arrivare alla rinfusa e dislocate a “coda di cane” senza alcune pianificazione. Con il risultato che un malcapitato vigile ci ha rimesso una falange del dito, altri infortunati sono a letto immobilizzati.
Alla luce di questa grande organizzazione del soccorso ed in attesa di nuovi sviluppi, per il momento ci limiteremo ad inviare una lettera di riconoscenza al capo dipartimento per ringraziarlo di come si sia prodigato a confezionare un regalo del genere alla città di Genova.
Nelle more dell’emergenza abbiamo attivato più canali parlamentari perché riteniamo che di fronte ad una situazione di tale gravità, ci si aspetterebbe da parte del legislatore un atto di consapevolezza e responsabilità, così da permettere un urgente intervento sul piano normativo che sani una strutturale deficienza organizzativa.
Possiamo affermare che nelle passate legislature una risposta adeguata non c’è stata, anzi, non si è avviata una riforma in grado di creare un organismo nazionale che fosse capace di avviare un processo culturale di educazione alla protezione civile. La mancanza di questo progetto ha svuotato il significato dei termini “previsione” e “prevenzione”, alimentando in modo abnorme il peso della protezione civile “a valle” dell’evento calamitoso.
La USB, chiede per i vigili del fuoco di essere la Protezione civile, creando di fatto una struttura di coordinamento capillare sul territorio, nella fase dell’emergenza… ma sicuramente non con questi dirigenti.